Nella notte, l'acqua ha concesso una piccola tregua alla Laguna di Venezia, messa in ginocchio dalle maree dei giorni scorsi. I picchi annunciati si sono invece rivelati meno gravi del previsto, raggiungendo i 95 centimetri alle 23.30 e andando poi a calare. Stessa situazione anche per i venti, stabili o in leggera diminuzione.
"Stasera forse va un po' meglio", hanno raccontato i vigili del fuoco, al lavoro da ormai 30 ore, che alle 2 di notte avevano ancora in coda 300 chiamate: si tratta di "interventi richiesti dove dobbiamo andare. Ci vorrà un pò di tempo, ma raggiungeremo tutti". Questa notte erano previsti 115 centimetri di acqua, invece ne sono arrivati solamente 95, poi diventati 80 e infine scesi fino a 70. Ma la tregua concessa dalla marea durerà poco. Questa mattina, alle 10.50 è previsto un nuovo picco di 130 centimetri e domani alle 11.20 l'acqua potrebbe raggiungere i 140 centimetri, sommergendo nuovamente calle e piazze. Sono livelli molto alti e, infatti, l'allerta è ancora rossa, ma parecchio inferiori rispetto ai 187 centimetri che martedì notte hanno trascinato Venezia sott'acqua.
Quindi, l'emergenza resta. E attorno alla vicenda, da ieri si rincorrono anche le polemiche sul ritardo nella realizzazione del Mose, l'opera architettonica progettata proprio per proteggere la Laguna dall'acqua. "Il Mose per mettere in sicurezza gran parte della citta è sostanzialmente pronto, occorrono 100 milioni per metterlo in funzione", aveva tuonato ieri Matteo Salvini, proponendo di prendere i soldi da quelli destinati ai premi per i pagamenti con bancomat e carte di credito.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arrivato oggi a Venezia per incontrare il sindaco Luigi Brugnaro e il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, assicura: "Il governo c'è. È vicino a Venezia e ai veneziani". Poi ha aggiunto: "Il disastro che ha colpito Venezia è un colpo al cuore del nostro Paese. Fa male vedere la città così danneggiata, il suo patrimonio artistico compromesso, le sue attività commerciali in ginocchio". La situazione è grave e va affrontata nel minor tempo possibile. Per questo, Conte spiega che durante il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, "prenderemo in carico la richiesta di stato di emergenza. Siamo pronti a stanziare i primi fondi. Convocherò anche il "Comitatone" per accelerare la soluzione strutturale dei problemi, legati alla manutenzione straordinaria delle barriere e degli impianti idraulici. Concorderemo una governance che possa gestire in modo efficiente tutte le criticità che si trascinano da anni".
Intanto, già da una prima occhiata, si capisce che i danni causati dall'acqua sono ingenti: barche arenate o affondate, affreschi e marmi rovinati, case, negozi e chiese allagate. "Aspettare ancora fino al 2021 per il Mose mi sembra tanto- ha commentato Luca Zaia, governatore del Veneto- E non abbiamo ancora certezza su quanto manchi a metterlo in funzione. Il vero dibattito è quello di avere coscienza sempre che siamo in un museo a cielo aperto, ogni cosa è un'opera d'arte e questa città deve essere salvaguardata, prima di tutto dall'acqua".
Alle ore 10.45, la marea ha raggiunto un picco di 113 centimentri, calando rispetto alla previsione, che lo dava a 120 centimentri.
Nel frattempo Conte, in visita a Venezia, ha annunciato le prime misure concrete per aiutare i cittadini: "Per quanto riguarda il ristoro dei danni - dice il premier- ci sono due fasi: la prima consentirà di indennizzare privati ed esercenti commerciali fino ad un limite di 5mila per i privati e 20mila per gli esercenti. Questi soldi potranno arrivare subito. Poi chi ha danni più consistenti li quantificheremo con più calma e ovviamente dietro istruttoria tecnica potranno anche essere liquidati quelli maggiori".
Nel Cdm di oggi pomeriggio "adotteremo il decreto che dichiara lo stato di emergenza come richiesto dal presidente della regione e questo ci consentirà di varare già le prime dotazioni finanziarie per quanto riguarda le spese di primo soccorso volte a ripristinare la funzionalità dei servizi".
Inoltre, il 26 novembre verrà convocato il Comitatone, "per una governance di tutti i problemi, dal Mose alle Grandi Navi a un maggiore coordinamento tra tutte le autorità competenti". Il supercommissario per il Mose sarà Elisabetta Spitz, ex direttore dell'Agenzia del Demanio.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli ha specificato che "servono ancora 400 milioni per completare il Mose, i soldi ci sono, non sono fermi per la burocrazia". E ha previsto l'entrata in funzione della struttura per il 2021, con utilizzi parziali (e qursta è una speranza) anche prima.
Il Consiglio dei ministri, nel pomeriggio, ha deliberato lo stato di emergenza e ha stanziato i primi 20 milioni,
per gli interventi più urgenti. "Siamo al lavoro per il piano per gli indennizzi a privati e commercianti e per rifinanziare la legge speciale per Venezia", aggiunge il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.Deliberato in Cdm lo stato di emergenza per #Venezia. Stanziati 20 mln, i primi fondi per gli interventi più urgenti, a sostegno della città e della popolazione. Al lavoro per il piano per gli indennizzi a privati e commercianti e per rifinanziare la legge speciale per Venezia
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) November 14, 2019
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