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Airola, dopo giorni di prognosi agenti aggrediti da stesso detenuto

I due poliziotti non hanno fatto neppure in tempo a rientrare in servizio prima di finire di nuovo nel mirino del violento detenuto. "Alfonso Bonafede: se ci sei, batti un colpo", ironizza il segretario Sappe Capece

Airola, dopo giorni di prognosi agenti aggrediti da stesso detenuto

Due agenti non hanno fatto in tempo a rientrare in servizio presso il carcere minorile di Airola (Benevento), dopo aver rispettato i giorni di prognosi loro attribuiti dal personale medico in seguito ad un'aggressione subita, che lo stesso detenuto che si era scagliato contro di loro li ha nuovamente presi di mira, minacciati di morte e attaccati.

A denunciare i fatti è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), che attraverso una nota chiarisce alcuni dettagli circa il responsabile, un ospite della struttura di origini napoletane che già nel passato si era reso protagonista di episodi di grande violenza. "È arrivato nel carcere minorile di Airola dopo essere stato, in quello di Nisida, tra i promotori di una spedizione punitiva verso altri ristretti", rivela Sabatino De Rosa, vice responsabile per la regione Campania del settore carcerario minorile, su "Polizia Penitenziaria".

Poche settimane addietro, lo stesso individuo aveva letteralmente devastato la propria cella, scagliandosi come una furia contro i poliziotti intervenuti per riportare la calma: entrambi erano stati esplicitamente minacciati di morte e aggrediti con estrema violenza, finendo in ospedale a causa delle ferite riportate. Non si tratta, tuttavia degli unici casi in cui il detenuto aveva creato grossi problemi agli uomini in divisa.

"È un soggetto che ha già posto in essere comportamenti violenti durante la detenzione e che la polizia penitenziaria è riuscita a contenere nelle sue intemperanze più volte. Al rientro in servizio dei colleghi feriti, ha di nuovo minacciato di morte gli agenti ed ha tentato di aggredirne uno, contenuto in tempo e con grande professionalità dalle unità di polizia penitenziaria", aggiunge ancora De Rosa, il quale si augura che dopo i ripetuti episodi di violenza per il detenuto possano arrivare dei provvedimenti disciplinari. "Grave quello che è successo e questo grave episodio aiuta a capire a quali livelli di impunità taluni detenuti pensano di essere arrivati. Gli agenti di polizia penitenziaria hanno fatto il loro dovere, ossia garantire l’ordine e la sicurezza nel carcere minorile di Airola, e questo detenuto ha pensato bene di colpirli, minacciarli e ferirli con violenza anziché rispettare le leggi e i regolamenti. Assurdo", si lamenta il vice responsabile. "Ora mi auguro che la risposta della legge sia adeguata e che si è reso protagonista di questa folle violenza sia punito come merita", conclude.

Il Sappe si stringe attorno agli agenti feriti e denuncia: "La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Ad Airola mancano agenti di polizia penitenziaria e se non accadono più tragedie di quelle che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento", si legge nel comunicato.

Donato Capece segretario generale Sappe, ribadisce lo stato di agitazione del sindacato:

"Scenderemo presto in piazza per denunciare lo stato di abbandono in cui ci troviamo! Rinnovo il mio appello al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: se ci sei, batti un colpo", conclude Capece.

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