Almaviva è sempre più crisi: al via esodi e ammortizzatori

C'è l'accordo su esodi incentivati e prolungamento degli ammortizzatori sociali fino al 30 giugno. I sindacati preoccupati: "I nostri appelli sono rimasti inascoltati"

Almaviva è sempre più crisi: al via esodi e ammortizzatori

Non c'è pace per i lavoratori del call center Almaviva. Si apre l'ennesima stagione di incertezze. Al momento solo su Palermo si registra la proroga di 4 mesi della commessa Alitalia sul cui futuro non vi sono ancora certezze, mentre continuano a persistere contrazioni significative di volumi sulle commesse Wind e Tim 119.

Da qui l'accordo su esodi incentivati e prolungamento degli ammortizzatori sociali fino al 30 giugno. Un'intesa siglata ieri sera nella sede di Sicindustria da azienda e sindacati. "Le parti hanno preso atto - spiegano le sigle sindacali - della necessità di prolungare la durata dell'ammortizzatore sociale per fare fronte alla criticità che ha investito e continua ad investire tutto il settore a partire dai committenti per giungere agli outsourcers, a fronte del silenzio assordante delle istituzioni ai reiterati appelli di intervento istituzionale che sono rimasti inascoltati".

L'ammortizzatore sarà così strutturato: dal 20 marzo al 16 aprile con il Fondo di Integrazione salariale; dal 20 aprile al 30 giugno attingendo alla cassa integrazione in deroga. Nella finestra temporale dal 16 al 20 aprile, verranno effettuati gli esodi incentivati mediante il licenziamento non oppositivo che garantisce l'accesso alla Naspi: i lavoratori interessati potranno scegliere tra due modalità di incentivo o il pagamento immediato all'uscita del mancato preavviso più due mensilità oltre i 500 euro della conciliazione, ovvero il versamento degli importi 10.000-15.000-20.000 euro in tre rate in 24 mesi. Le adesioni all'esodo dei lavoratori Alitalia saranno valutate in seguito, accertato l'esito del bando di gara. I lavoratori part time a 4 ore verranno resi indenni dalle ricadute sul bonus Renzi", spiegano in una nota congiunta i sindacati -. L'azienda ha comunicato, nel corso dell'incontro, l'intenzione di far partire su Palermo la commessa Tim Aso, attualmente lavorata solo a Rende in Calabria. Una boccata d'ossigeno che però rischia di essere vanificata da una crisi incessante.

Il repentino cambio di scenario obbliga "a misure difensive al fine di garantire la continuità occupazionale del sito apre in prospettiva l’esigenza di riportare al centro dell’agenda politica del paese le problematiche del settore dei call center

investito da pesanti ricadute tecnologiche e da una carenza di regole che fino ad oggi non hanno saputo garantire un rapporto corretto tra committenti , outsourcers e processi di delocalizzazione", concludono i sindacati.

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