Non è un gioco, l'Afghanistan. L'ha provato sulle sue spalle Andrea Adorno, alpino catanese di 30 anni entrato nell'Esercito a 19 e finito nel reparto di incursori degli alpini, quelli del Monte Cervino. Alpini paracadutisti che negli ultimi anni sono stati schierati in Bosnia, Iraq e Afghanistan.
Era il 6 luglio 2010 quando, nella parte Ovest dell’Afghanistan, la valle del Murgha, al villaggio di Bozbai, il suo reparto viene inviato per una missione speciale: un attacco mirato contro obiettivi segnalati dall'intelligence. In quell'occasione, scrive il Corriere, i nostri militari devono prendere un capo del villaggio e alcuni alti gradi del talebani. Nell'operazione vengono coinvolti diversi reparti: Il Cervino, cui appartiene Andrea, e i parà del Col Moschin.
L'accoglienza non è stata ovviamente ospitale. I talebani si precipitano giù da una montagna sparando colpi di kalashnikov. Prima sparano con i bazooka sovietici, gli Rpg. Poi con gli Ak 47 corrono contro il nemico come in un vecchio film di guerra medievale. Andrea in quell'occasione deve coprire l'avanzata tra le case del villaggio dei parà. "Sciolgo i muscoli delle spalle — ricorda Andrea — e respiro a fondo per mirare con cura". Il racconto, fatto anche in un libro edito da Mondadori ("Nome in codice Ares"), è drammatico ed eroico allo stesso tempo: "Hanno il sole alle spalle e scendono di corsa lungo il pendio - ricorda - completamente allo scoperto, sparando con i kalashnikov. Per un attimo rimango immobile a osservare la scena: strana, inaspettata, affascinante. Una ventina di uomini all’assalto senza curarsi del pericolo, senza protezione, facendo fuoco senza smettere di avanzare". Dopo 200 colpi esplosi, i talebani lo colpiscono. Il caporalmaggiore degli alpini però non si muove di un millimetro e tiene la sua posizione. La sua freddezza permetterà ai commilitoni di rientrare senza perdite.
Nel 2014 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha consegnato la medaglia d'oro al valore militare. Un riconoscimento che forse non si aspettava, vista la sua storia personale. "Prima di arruolarmi ero alla deriva", racconta al Corriere. Amicizie sbagliate, spesso rientrava a casa tardi e alticcio.
Una volta rientra a casa e il padre gli dice di "vederlo bene con la divisa". Il giorno dopo, durante il pranzo, il papà muore improvvisamente di ictus. E così Andrea decide di arruolarsi. Finendo col solcare le terre pericolose dell'Afghanistan per sei volte. Fino alla medaglia d'oro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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