"Le esigenze cautelari si sono rafforzate all’esito dell’interrogatorio": è così che Giusi Barbara, gip di Milano, ha motivato la decisione di far restare agli arresti domiciliari il magistrato Pasquale Longarini, il pm di Aosta al quale la Procura di Milano contesta le ipotesi di reato di induzione indebita e di favoreggiamento.
Il pm è accusato di aver abusato della sua posizione per aver fatto delle pressioni a Sergio Barathier, titolare dell’Hotel Royal & Golf di Courmayeur perché si rifornisse al Caseificio Valdostano di Gerardo Cuomo "legato al pm da amicizia" per 70-100mila euro l'anno, ricevendo in cambio regali vari tra cui una vacanza in Marocco a spese dello stesso Cuomo e di Claudio Personnettaz, altro imprenditore aostano. Pare che Barathier, anche lui indagato, non potesse proprio tirarsi indietro.
Ma il magistrato è anche accusato di aver informato il titolare del Caseificio Valdostano di essere intercettato in un’inchiesta della Dda sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta e in particolare sui contatti commerciali avviati dalla famiglia Nirta con lo stesso Cuomo e, infine, il pm è sospettato anche di aver incassato 55 mila euro dall’impresario aostano Francesco Muscianesi attraverso bonifici la cui causale è giudicata dagli inquirenti milanesi "probabilmente falsa tanto da indurre il sospetto che si possa trattare di somme di provenienza illecita".
Il magistrato ha ammesso di aver telefonato la mattina del 4 gennaio al direttore dell’albergo di Barathier per segnalare Cuomo in vista di un futuro incontro, ma ha sostenuto di non sapere ciò che tutti sanno ad Aosta, e cioè che il proprietario fosse Barathier, ossia il suo indagato. Ma Cuomo al gip aveva appena spiegato che la sera prima, 3 gennaio, in compagnia del dirigente della finanziaria regionale Finaosta e presidente del Forte di Bard, Gabriele Accornero, si era visto respingere da Barathier la propria offerta di fornitura perché ritenuta troppo cara: quindi, scrive il gip, se invece il giorno successivo l’albergatore accetta la fornitura, significa che la telefonata mattutina del pm è stata decisiva "per sbloccare la situazione".
Per quanto riguarda il viaggio in Marocco pagato da Cuomo Longarini parla di una leggerezza e giustifica i due bonifici da 55.000 euro ricevuti da un altro imprenditore. Questo, infatti, vendette anni fa l’immobile che contiene anche l’appartamento del pm e che in seguito manifestò problemi al tetto tali da richiedere lavori di sistemazione, perciò i bonifici sarebbero il rimborso dei costi spontaneamente offerto dal venditore.
Infine il giudice milanese scrive che "sussiste ed è quanto mai attuale, in relazione a Longarini e Cuomo, il pericolo di inquinamento probatorio, poiché appare necessario, anche alla luce degli interrogatori resi il 3
febbraio, effettuare ulteriori indagini per accertare la natura dei rapporti intrattenuti da Longarini con gli altri soggetti emersi nell’indagine, il ruolo di Personnettaz e di Accornero e le loro relazioni di affari con Cuomo".
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