Sbarchi, appello per l'Ong indagata: tra i firmatari c'è anche la Rackete

Carola Rackete è tra le prime firmatarie di un appello internazionale lanciato a favore di Mediterranea Saving Humans e di Luca Casarini, indagato dalla procura di Ragusa sul caso riguardante la Maersk Etienne

Sbarchi, appello per l'Ong indagata: tra i firmatari c'è anche la Rackete

C'è anche Carola Rackete tra le firmatarie dell'appello a favore di Mediterranea Saving Humans, l'Ong italiana finita al centro dell'inchiesta della procura di Ragusa scattata lo scorso primo marzo. Anche se l'organizzazione non risulta indagata, lo sono però alcuni attivisti di spicco, tra cui il capomissione Luca Casarini.

L'indagine ha catturato le attenzioni da parte di giornalisti, scrittori e accademici in diverse parti d'Europa. Tanto che sul blog britannico di studi giuridici "Critical Legal Thinking" nelle scorse ore è stato pubblicato un appello a favore di Mediterranea. Ovviamente secondo i fautori della petizione, l'indagine di Ragusa è stata avviata con l'unico intento di colpire non solo l'Ong italiana ma tutti coloro che collaborano per i salvataggi in mare.

L'appello invita gli aderenti a mostrare “un'indignata reazione all'attacco politico-giudiziario che la prima piattaforma della società civile italiana per il soccorso in mare sta subendo – si legge nel blog in cui è stata inserita la petizione – a partire dalla massiccia operazione di polizia scattata all'alba dello scorso primo marzo”.

Tra le firme a spiccare è senza dubbio quella di Carola Rackete. Capitana della Sea Watch 3 nel giugno del 2019, la ragazza tedesca si è resa protagonista dello speronamento di una motovedetta della Guardia di Finanza all'imbocco del porto di Lampedusa. Il tutto dopo il diniego da parte del Viminale, allora guidato da Matteo Salvini, di entrare in acque italiane.

Carola Rackete in quell'occasione ha deciso di forzare la mano ed approdare a Lampedusa con la nave dell'Ong tedesca, in cui a bordo vi era la presenza di alcuni migranti. Da allora la capitana è diventata uno dei riferimenti degli attivisti pro Ong. Tanto da parlare, alcuni mesi dopo, anche al parlamento europeo.

Non sorprende quindi la sua adesione all'appello lanciato da Critical Legal Thinking. La ragazza tedesca non è comunque la sola. Accanto alla sua firma ci sono anche quelle di Pia Klemp, capitana della nave umanitaria dell'artista Bansky, oltre che di Naomi Klein, Achille Mbembe, Cornel West, Sabine Hess, Michael Hardt.

Secondo i promotori dell'appello, l'indagine di Ragusa rappresenterebbe un “caso emblematico della criminalizzazione in atto delle attività di salvataggio e, più in generale, della solidarietà, in mare come in terra”.

“Di fronte alla minaccia di pesanti pene detentive (fino a trent'anni di carcere) per gli indagati per favoreggiamento pluriaggravato dell'immigrazione clandestina – si legge ancora nella petizione – si esprime l'incondizionato appoggio a Mediterranea e alle altre ONG sotto attacco”. Non solo, ma viene affermata “la necessità di prendere posizione e di affermare il ruolo cruciale del salvataggio in mare dei migranti e delle pratiche di solidarietà nella lotta per un'Europa più aperta e democratica”.

L'indagine di Ragusa

Per gli inquirenti della città siciliana, l'equipaggio della nave Mare Jonio, il mezzo usato da Mediterranea, avrebbe ricevuto 125mila Euro da parte della società danese Maersk Tankers. Il tutto dopo aver preso a bordo i migranti che si trovavano, nello scorso mese di settembre, sulla Maersk Etienne, nave della società danese.

Il bonifico, secondo la procura di Ragusa, sarebbe partito dopo un accordo preventivo tra le parti. Da qui l'apertura delle indagini che vedono il coinvolgimento di Luca Casarini, Beppe Caccia, Alessandro Metz e Pietro Marrone. Dal canto loro, gli indagati si difendono sostenendo che i soldi sono arrivati dopo un'interlocuzione successiva al settembre 2020 e sulla base delle norme previste dalla Convenzione di Londra.

Le dichiarazioni di Salvini

“Ecco, ci mancava.

Ong indagate con l'accusa di aver ricevuto denaro per il trasbordo di immigrati, l'irriducibile signora Carola adesso lancia un appello internazionale insieme a giornalisti e intellettuali, contro l'Italia e le sue massicce operazioni di Polizia”: è stato questo il primo commento, diffuso via social, dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini a proposito della firma di Carola Rackete sulla petizione lanciata a favore di Mediterranea.

“Stia tranquilla – ha concluso Salvini – all'Italia penseranno gli italiani, che chiedono trasparenza e verità sui troppi lati oscuri legati al traffico di esseri umani e al business dell'immigrazione clandestina”.

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