Tutti pronti con carta e penna per affrontare il nuovo Dpcm di Conte in arrivo entro la fine della settimana. Alcune norme verranno confermate, con qualche cambiamento. Ancora obbligatorio l’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi, il distanziamento di un metro, l’igiene delle mani e il divieto di assembramenti.
Il nuovo Dpcm
Possibile qualche cambiamento rispetto all’ultimo Dpcm varato lo scorso 14 luglio, soprattutto per quanto riguarda il trasporto pubblico che ha creato non pochi problemi. A questo proposito martedì la ministra Paola De Micheli in audizione di fronte al Comitato tecnico scientifico, dovrebbe definire le linee guida del trasporto pubblico locale. Il condizionale con questo governo è d’obbligo. Sembra si voglia arrivare al 75-80% di riempimento, con uso della mascherina, rilevamento della temperatura corporea e tracciamento degli utenti. Il Comitato tecnico scientifico però sarebbe contrario alla misura su bus, treni e metropolitane. Per quanto concerne i trasporti, la distanza di un metro deve essere assicurata su tutti i treni, le metropolitane e i bus, sia quelli regionali che locali. A bordo degli aerei invece è consentito occupare tutti i posti disponibili, perché comunque il ricambio dell’aria avviene ogni 3 minuti e i passeggeri non sono mai uno di fronte all’altro. Anche per gli scuolabus discorso diverso, con però varie prescrizioni da seguire obbligatoriamente.
Vita dura per discoteche e stadi
Il via libera non sembra invece verrà dato a stadi e discoteche. Queste ultime continueranno ad avere una capienza massima di 200 persone al chiuso e mille all’aperto. Intervistato dal Corriere della Sera, il premier Conte ha detto: "Sulle discoteche sono molto prudente, sinceramente non mi sembra ancora opportuno concedere il permesso, troppo pericoloso. Si suda, si beve insieme, si sta vicini... Io l'impazienza dei gestori la comprendo, tutto quello che si ferma rischia di essere perduto". Almeno comprende le preoccupazioni dei gestori e il danno economico che stanno subendo. Ma, secondo il presidente del Consiglio, ballare appiccicati vuol dire rischiare troppo. Sul fatto che in alcune regioni però si balli, Conte ha risposto che è “una scelta dei presidenti, non potevamo continuare a fare il cane da guardia e abbiamo ritenuto giusto restituire l'autonomia delle decisioni, ma anche la responsabilità delle conseguenze. Non credo comunque che ci siano governatori tanto irresponsabili da mettere in pericolo le persone, voglio poter credere che nessuno stia rischiando".
Nessuna modifica è prevista anche per gli stadi, con ogni probabilità i tifosi resteranno fuori ancora. Comunque tutto è rimandato ancora di qualche settimana, il problema verrà affrontato quando sarà vicino l’inizio del campionato di calcio. Probabilmente il giorno prima del fischio dell’arbitro. Magari quindi i tifosi potranno rientrare più avanti. Previsto l’arrivo a Trapani della nave Gnv Azzurra , che verrà usata per la quarantena di due settimane dei migranti, con a bordo ben 700 posti. Ma già sermbrano non bastare.
Ecco cosa pensa il Cts su treni e discoteche
Sul fatto che gli stadi debbano rimanere privi di tifosi sembra non vi sia parere opposto da parte del Comitato tecnico scientifico, su treni e discoteche invece qualcosa di cui parlare sembra esserci. Sui convogli la capienza va tenuta al 50%. E oggi la ministra De Micheli parlerà proprio di questo davanti al Cts. Il quale, spalleggiato dal ministro della Salute Roberto Speranza, sarebbe dell'idea di mantenere la distanza di almeno un metro. Discorso diverso se si parla di poltrone verticali dove non vi è un faccia a faccia tra i passeggeri.
L'obbligo di termoscanner all'ingresso degli uffici pubblici sembra non verrà imposto. Fermo restando che chi ha 37,5 di febbre deve restarsene a casa sua. Per le discoteche niente da fare. Ballare uno vicino all'altro è troppo rischioso. La capienza non potrà quindi arrivare a essere al 100%. Gli stadi dovranno aspettare a vedere i tifosi occupare gli spalti. Ma tutto può però cambiare da un momento all'altro, dipende dall'andamento della curva epidemiologica. Il problema sarebbe quello di riuscire a far sedere tutti e individuare i positivi.
Forse gli organizzatori delle fiere avranno il via libera e potranno tirare un sospiro di sollievo. A patto che seguano le norme ferree sulla modalità degli ingressi, il numero di visitatori, la distanza di sicurezza e zone di aggregazione durante le pause. Ma le sorprese potrebbero non mancare.
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