Hanno lasciato ieri la Libia, imbarcati sotto l'occhio vigile di un drone Predator, per scappare da un Paese ingovernabile ormai da molti mesi e in cui la situazione, se possibile, sempre essere nuovamente peggiorata, con il sedicente Stato islamico che ha allungato il suo raggio d'azione e ieri ha diffuso un video in cui mostra l'uccisione di 21 egiziani copti nell'ex Paese di Gheddafi.
Quarantadue italiani sono saliti su un catamarano noleggiato dal governo, che si è mosso verso le coste siciliane, dove i nostri connazionali sono arrivati questa mattina, sbarcati ad Augusta, in provincia di Siracusa. In Libia non sventola più neppure il tricolore dell'ambasciata, che per la prima volta da molto tempo ha chiuso i battenti.
Se n'è andato il personale diplomatico e se n'è andato pure chi, come il custode del cimitero degli italiani, da Tripoli non si era mai voluto allontanare. "Ma ora ho paura", ha confessato ieri alla Stampa.
È Salvatore, siracusano, il primo a scendere dalla nave. Stava a Tripoli e con sé ha due valigie, ma preferisce non parlare con la stampa, gli hanno detto che è meglio così. Si lascia scappare solo un commento: "La situazione è critica... E l'Isis è già da un pezzo che è a Tripoli, lo ha detto anche la televisione".
Dal porto di Augusta, i
42 che hanno lasciato la Libia sono stati trasportati alla base di Sigonella, da cui hanno poi raggiunto Roma. Intorno alle due sono arrivati all'aeroporto di Pratica di mare, a bordo di un C130 dell'Aeronautica militare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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