Daria Bignardi non molla e va avanti. La direttrice di Rai3 non torna sulle proprie scelte e insiste a difendere il talk show Politics nonostante i dati deludenti sugli ascolti.
A otto mesi dalla nomina alla direzione di rete, la giornalista si confessa in un'intervista a Repubblica: coerentemente con quanto affermato in precedenza, ribadisce il concetto per cui "gli ascolti non sono tutto" e chiede "più tempo" per far decollare il programma di Gianluca Semprini.
Assicura che la terza rete "non diventerà renziana", ma si impunta quando chiarisce che "il pubblico deve essere ringiovanito". La parola d'ordine è dunque "sperimentazione".
Un po' imbarazzata sul capitolo stipendio (300mila euro, ben oltre il tetto di 240mila imposto dalla legge): "Non posso tagliarlo io, ma mi adeguerò alle regole".
La Bignardi presenta insomma il suo arrivo in Rai come una missione accettata quasi come un peso, all'insegna del sacrificio e dell'impegno.Ma si tratta comunque, assicura, solo di un tratto di strada: "Non rimarrei in Rai oltre il mio contratto di tre anni: per me è una parentesi, per quanto appassionante."
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