Beatificate le suore uccise dall'Armata Rossa

Il martirio delle suore elisabettine nel 1945. Le parole di Papa Francesco: "Il loro esempio di Fedeltà a Cristo aiuti tutti i cristiani perseguitati"

Beatificate le suore uccise dall'Armata Rossa

Sono state beatificate le 10 suore elisabettine che, durante l'invasione dell'esercito sovietico in Polonia, tra febbraio e maggio del 1945, furono uccise dall'Armata Rossa. Il Papa ha ricordato il martirio delle consorelle polacche al termine dell'Angelus di domenica 12 giugno. "Ieri a Breslavia in Polonia, sono state beatificate suor Pasqualina Jahn e nove consorelle martiri, - ha detto il Pontefice - della Congregazione delle suore di Santa Elisabetta, uccise alle fine della seconda guerra mondiale in un contesto ostile alla fede cristiana. Queste 10 religiose, pur consapevoli del pericolo che correvano, rimasero accanto agli anziani e ai malati che stavano accudendo. Il loro esempio di fedeltà a Cristo aiuti tutti noi, specialmente i cristiani perseguitati a testimoniare il vangelo con coraggio". La cerimonia di beatificazione è stata officiata dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

Il martirio delle suore elisabettine

Si prendevano cura degli anziani, degli ammalati e dei bambini. Ciononostante le suore della Congregazione polacca di Sant Elisabetta non furono risparmiate dai soldati russi quando, a cavallo tra il 1944 e il 1945, l'Arnata Rossa invase la Prussia Orientale. Le consorelle rimasero nei villaggi assediati dai militari sovietici continuando la loro opera di carità anche a costo della vita. Alcune furono martoriate, gravemente oltraggiate e umiliate dagli invasori russi. "Fu una carità così disinteressata ed eroica che le trattenne anche quando la fuga avrebbe evitato loro i rischi più grandi – ha ricordato il cardinal Semeraro al termine dell'omelia di ieri – quando l’ingresso dei militari russi a Wrocław fu imminente, molti civili si trovarono davanti alla scelta tra fuggire o rimanere, se salvarsi scappando o affrontare un grave pericolo rimanendo".

La beatificazione

La messa di beatificazione si è svolta nella cattedrale di Wrocław, in Polonia, domenica mattina. "Le nuove beate – scrive Vatican News – sono Maria Paschalis Jahn, dal cuore pieno d’amore; Melusja Rybka, donna forte; Edelburgis Kubitzki, esempio di povertà evangelica; Adela Schramm, vergine prudente; Acutina Goldberg, amante della giustizia; Adelheidis Töpfer, modello di fede; Felicitas Ellmerer, obbediente fino alla fine; Sabina Thienel, dallo sguardo pieno di fiducia; Rosaria Schilling, fortificata nella penitenza; Sapientia Heymann, vergine saggia".

Le dieci suore beate furono uccise dai soldati russi tra febbraio e maggio del 1945 nella Bassa Slesia, nei territori compresi tra i fiumi Oder e Nysa. Quando l'Armata Rossa avanzò verso Nysa, una delle dieci consorelle, Jahn Paschalis, e un’altra più giovane, furono mandate via, mentre le altre rimasero accanto ai bisognosi. Dopo aver peregrinato a lungo, le due religiose giunsero a Sobotin, in Repubblica Ceca, dove si misero a servizio della parrocchia. Qui, l’11 maggio 1945, Paschalis fu sorpresa da un soldato russo che, minacciandola con la pistola, le ordinò di andare con lui. La religiosa rispose che non l’avrebbe fatto, che portava l’abito sacro perciò era solo di Gesù, soltanto di Lui. "Allora il soldato, nel tentativo di spaventarla e farla cedere, - si legge sul sito di Vatican News -sparò un colpo che trapassò il soffitto. In risposta la suora si inginocchiò e iniziò a pregare: 'Sia fatta la Tua volontà'". Il secondo colpo di pistola la raggiunse al cuore. "Il suo donarsi con cuore indiviso a Dio e al prossimo trovò proprio in questi frangenti la sua massima espressione", ha evidenziato il cardinal Semeraro.

La guerra in Ucraina

Durante la cerimonia di beatificazione il Prefetto della Congregazione ha paragonato il martirio delle suore elisabettine all'attuale situazione in Ucraina. Il presule ha quindi invitato i presenti alla preghiera: "Domandiamo al Signore per loro intercessione che nel mondo non manchi più il rispetto per le donne, che ci sia uguaglianza nella dignità dell'uomo e della donna e per la tutela della maternità.

Affidiamo loro in particolare il popolo ucraino, i migranti e il nostro desiderio di pace". Infine, il cardinal Semeraro ha ricordato le parole di Papa Francesco e ha ringraziato i polacchi che per primi hanno sostenuto l'Ucraina in questo atroce conflitto.

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