Uno tsnunami dopo il terremoto. È quello che si sta per abbattere su circa 400mila cittadini dei 138 comuni di Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo colpiti dai sismi che negli anni scorsi hanno fatto tremare il Centro Italia. Ma l’onda anomala in questione non riguarda l’acqua del mare bensì le bollette di luce e gas. A spiegare quanto sta per accadere è Il Messaggero che ricorda come, in base alle leggi sullo stato di emergenza, gli utenti di quelle aree, anche quelli che non hanno un immobile lesionato, non pagano le bollette, né i costi fissi né i consumi. Purtroppo per loro questa agevolazione terminerà a fine anno. E quanto pare, Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) avrebbe deciso di non prorogarle nonostante il Decreto Agosto del governo preveda questa possibilità. Addirittura non si esclude che i cittadini debbano pagare anche gli arretrati dei consumi in 36 rate. Una pesante ed inaspettata mazzata che si aggiunge alle difficoltà per la crisi economica diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria.
La decisione di Arera sta esasperando la popolazione e i sindaci. Ieri il Coordinamento dei Presidenti delle Anci regionali di Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria ha fatto sentire la sua voce. "Pochi mesi fa - hanno ricordato i primi cittadini - avevamo ottenuto una significativa proroga, che si applica alla parte fissa delle bollette di luce e gas e che sospende sino al prossimo 31 dicembre il pagamento delle bollette. Oggi, con questa decisione di Arera facciamo un passo indietro, malgrado le condizioni delle migliaia di sfollati non siano mutate e la ricostruzione privata sta prendendo il via solo in queste settimane". In considerazione di ciò i membri del Coordinamento delle Anci regionali coinvolte nel sisma 2016 chiedono che l'Arera tenga conto della situazione e sani "quella che si profila non solo come una beffa ma come un'ingiustizia nei confronti di cittadini e territori che non meritano tale insensibilità".
I sindaci spiegano che è sbagliato che i cittadini paghino gli oneri fissi anche se l'immobile di proprietà è inagibile. Allo stesso tempo viene spiegato che non è possibile riattivare il pagamento per coloro che hanno "un alloggio nelle zone rosse e vivono ancora nelle Sae, costretti quindi a restare fuori casa a causa della lentezza delle procedure di ricostruzione". Inoltre, secondo l'Anci "obbligare alla rescissione dei contratti è un atto ingiusto e carico di conseguenze economiche, che graveranno sui cittadini, ma anche di risvolti psicologici".
Ma quello delle bollette non è l’unico problema che i cittadini terremotati devono affrontare. Una "dimenticanza" nella legge di Bilancio rischia di cancellare dal prossimo anno la sospensione dell'Imu per gli immobili lesionati. Un’agevolazione che riguarda circa 80mila fabbricati. Ma vi è di più. Senza un intervento, le popolazioni dovranno dire addio all'esenzione dell'imposta per le insegne commerciali e della tassa di occupazione del suolo e alla sospensione del pagamento del canone Rai.
Si sa che al peggio, però, non c’è mai limite. Senza un intervento del governo i cittadini dovranno ricominciare a pagare i mutui e i finanziamenti delle attività economiche e produttive e i mutui prima casa, anche se questa è inagibile o distrutta.
Dal 1° gennaio ripartirebbero anche il pagamento delle imposte di registro e di bollo per le istanze, i contratti e i documenti presentati alla Pa. Se l'esecutivo non interviene, e anche subito, si prospetta un vero e proprio disastro per le popolazioni colpite dal terremoto.
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