Borgo Mezzanone, incendio nel ghetto degli immigrati

Sono quattro i feriti lievi. Non è la prima volta che divampano le fiamme tra le baracche. A febbraio scorso perse la vita una donna di 30 anni di origine nigeriana

Borgo Mezzanone, incendio nel ghetto degli immigrati

Si riaccendono i riflettori su Borgo Mezzanone, la frazione di Mafredonia con una delle più grandi baraccopoli d'Italia popolata da immigrati. Ieri sera, verso le ore 23, è divampato un incendio tra le casupole di plastica. Sedici le baracce andate a fuoco e quattro il numero dei feriti. Fortunatamente le persone coinvolte nell'incendio hanno riportato ferite lievi.

La causa del rogo? "Corto circuito di cavi elettrici non in regola." fanno sapere, senza girarci troppo intorno con le parole, a ilGiornale.it. Sul posto sono intervenuti subito le forze dell'ordine e i vigili del fuoco per domare le fiamme. Le baracche del ghetto andate a fuoco sono state completamente rase al suolo.

Le fiamme nella baraccopoli di Borgo Mezzanone

Le condizioni di vita degli immigrati che vivono abusivamente sulla "pista" ( la baraccopoli è detta così perché sorge su una ex pista per aerei), sono disastrose. Su quella striscia di terra, immigrati provenienti da tutta l'Africa. Un continente diviso in container. Non è la prima volta che divampa un incendio nelle baraccopoli di Foggia (quella di Borgo Mezzanone non è l'unica tendopoli dauna dove il disagio dell'immigrazione s'impasta alla feroce demolizione della dignità umana). L'inverno poi, particolarmente rigido nel Gargano, crea disagi in queste "terre di nessuno". Basta un corto circuito o un braciere acceso per riscaldarsi del freddo e le fiamme si propagano tra le numerose baracche di legno, plastica o lamiera. Diverse le persone che vi hanno perso la vita negli ultimi anni a causa dei roghi scoppiati.

L'ultimo incendio si era verificato il 4 febbraio scorso. A perdere la vita una donna di 30 anni di origine nigeriana. Inutili sono stati i soccorsi e la donna è deceduta quattro giorni dopo nel Policlinico di Bari. "È una vittima dell'indifferenza" scrisse in una nota l'organizzazione umanitaria 'Intersos' continuando "il suo nome si aggiunge alla lunga lista delle persone uccise dalla vita nell’emarginazione, dall’insicurezza e dal degrado delle baraccopoli". E ancora, a dicembre, un altro incendio (fortunatamente senza morti o feriti) in quello che viene chiamato il "Gran Ghetto", tra Rignano e San Severo, sempre nella provincia di Foggia.

Un altro, prima ancora, ad aprile dello scorso anno. In quell'occasione perse la vita un immigrato di origine gambiana di 26 anni.

Il giovane aveva deciso di trasferirsi nella baraccopoli in seguito al rifiuto della sua domanda di asilo. Era passato dall'essere ospite del Cara (che costeggia la "pista") a irregolare nel ghetto. Il corpo senza vita fu ritrovato all'interno della baracca in cui viveva andata distrutta dalle fiamme.

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