Profonda commozione a Torino, per i funerali di Angela Nesta, 39 anni, morta durante il parto della figlia Elisa, la settimana scorsa all’ospedale Sant’Anna del capoluogo piemontese. La bara, che conteneva le salme di mamma e figlia, era coperta di fiori bianchi. Alla cerimonia, nella chiesa di S. Monica, hanno partecipato circa in 500. "Di fronte alle tragedie è difficile parlare di fede - ha detto il parroco, don Daniele D’Aria, ai genitori della donna e al compagno Francesco Scarlata -. Portate un macigno difficile da sopportare".
Stessa commozione a Rezzato (Brescia), per il funerale di Giovanna Lazzari, 30 anni, morta all’ottavo mese di gravidanza con la figlia che aveva in grembo, Camilla, che sarebbe dovuta nascere a fine mese. "Quello che è successo è assurdo" hanno detto alcuni amici della giovane all’esterno della chiesa dove sono si teneva il funerale."Te lo diciamo, Gesù, di accompagnare oggi Giovanna anche lei mamma... e oltretutto accompagnarla con la sua Camilla. Già... Giovanna e Camilla, erano una dentro l’altra in vita... sono ora una dentro l’altra anche in morte". È iniziata così l’omelia di don Raffaele Maiolini, sacerdote che celebra i funerali di Giovanna e della figlia, morte all’ospedale di Brescia. "È vero - ha aggiunto il sacerdote - vorremmo sapere tanti perché e per come, riuscire a trovare un motivo, la causa anche medico-scientifica di tutto questo. Giusto. Lecito. Legittimo. Ma lo sappiamo bene che è ben altra la risposta che cerchiamo? Perché siamo alla ricerca di un senso, più che di un referto medico". Poi don Raffaele si è rivolto al marito della donna: "Per te, caro Roberto chiedo che ti sia dato di accogliere Giovanna e Camilla con l’ardire e l’ardore di quella formula d’amore che avevate deciso di pronunciare proprio in questa chiesa: Io, Roberto, accolgo te, Giovanna come mia sposa? nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e prometto di onorarvi e amarvi tutti i giorni della mia vita". Un pensiero poi per i due figli della coppia, di un anno e quattro anni: "Per i vostri cuccioli, Alessandro e Mariasol, chiedo la stessa grinta e grazia di mamma Giovanna: lei, orfana di madre e di padre, non solo non si è arresa, ma ha saputo affrontare la vita con maggior forza e determinazione".
Oggi a Brescia si trovano gli ispettori della task force istituita dal ministero della Salute. Entro il 6 gennaio il gruppo composto da dirigenti del ministero e dell'Agenas, dai Carabinieri del Nas, da un rappresentante delle Regioni, ispezionerà anche le strutture sanitarie di Bassano del Grappa e San Bonifacio-Verona. Per quanto riguarda il caso avvenuto all'ospedale S. Anna di Torino, giunge la conferma che sembra essersi trattato di un evento eccezionale e imprevedibile, e che il nosocomio abbia risposto all'altezza dell'eccellenza che rappresenta. Si attendono comunque i risultati definitivi degli esami autoptici.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha fatto sapere che al momento sul caso di Torino (dove sono morte Angela Nesta e la sua bambina) non risultano esserci responsabilità dirette dell'ospedale Sant'Anna: "Però stiamo anche investigando su tutta la fase precedente all'arrivo in ospedale, di questa come delle altre puerpere; quindi, probabilmente, lì c'è necessità di un rafforzamento di quello che è il monitoraggio e la sorveglianza di gravidanze che possono essere a rischio sul territorio". Per il ministro è necessario indagare caso per caso: "Verificare che non ci siano stati degli errori nelle procedure di intervento durante l'accesso in ospedale e durante la presa in carico del paziente e verificare anche quello che è avvenuto prima. Questo perché, pur avendo noi una bassa casistica di donne morte durante il parto, dobbiamo abbassarla il più possibile e l'unico modo per farlo è studiare tutti i casi dove si sono verificate queste tragedie per poterle prevenire laddove è possibile".
Per il Codacons, invece, i morti non sono casuali: "Cinque vittime in sette giorni non possono in nessun modo essere imputabili al caso - afferma il presidente dell'associazione
consumatori, Carlo Rienzi - e la posizione del ministro è a nostro avviso inadatta". "Mandare gli ispettori negli ospedali non riporterà in vita quelle donne, l'unica misura utile per evitare simili tragedie è prevenire".
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