Da una parte un uomo che cerca di fare il suo lavoro: quello di difendere i cittadini. Dall'altra quattro rom, sospettati dai carabinieri di aver borseggiato dei passeggeri su un autobus a Rimini. Nel mezzo, la giustiza. Che, ovviamente, se la prende col militare che ha cercato di fare il suo lavoro. Il pm ha messo sotto indagine il carabiniere per aver perquisito i rom "in maniera arbitraria". E ora rischia un anno di reclusione, secondo l'articolo 609 del codice penale.
La vicenda, riportata dal Resto del Carlino, risale a qualche mese fa. Quando a Rimini era in corso la fiera della gelateria e della pasticceria. Insieme ai turisti e ai visitatori, arrivano anche i borseggiatori. Per questo le forze dell'ordine non mancano di organizzare un sistema di prevenzione degno di nota, con agenti sparsi ovunque. Soprattutto nei bus. In uno di questi, salgono i quattro rom e insieme a loro alcuni carabinieri in borghese. Essendo noti alle forze dell'ordine, quando i nomadi lasciano l'autobus i carabinieri decidono di perquisirli. I rom vengono portati in questura per accertamenti.
I carabinieri sospettano che i quattro rom abbiano messo a segno alcuni colpi. Ma dalle perquisizioni non risulta, così vengono tranquillamente lasciati andare. Peccato che dopo qualche giorno arriva la mazzata per il maresciallo dei carabinieri: la Procura lo mette sotto indagine per "perquisizione arbitraria".
"Il magistrato non è stato avvertito prima - scrive il Carlino - e senza il suo via libera, nessuno poteva mettere la mani addosso ai quattro presunti borseggiatori".E così il maresciallo rischia un anno di galera.
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