"Caro Sala, Greta come Anna Frank? Una bestemmia"

Una profonda avversità, non politica ma ideale, e il rispetto del vero mi impongono di contrastare l'inverosimile accostamento di Anna Frank a Greta Thunberg del sindaco di Milano Beppe Sala.

"Caro Sala,  Greta come Anna Frank? Una bestemmia"

Una profonda avversità, non politica ma ideale, e il rispetto del vero mi impongono di contrastare l'inverosimile accostamento di Anna Frank a Greta Thunberg del sindaco di Milano Beppe Sala. Ho cercato giustificazioni alla dichiarazione improvvida del Sala, e sono riuscito a pensare che al paragone lo abbia indotto la giovane età delle due donne. Deve aver pensato: due ragazze intelligenti. Ma già la sua seconda affermazione appare confusa e aberrante: «Viene naturale pensare a Greta Thunberg, perché sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c'è e si arriva a un risultato simile».

Viene «naturale» forse a lui perché è evidente che, nell'un caso e nell'altro, non si tratta di coraggio. Anna Frank era una ragazza sensibilissima che patì violenza, isolamento e discriminazione. Greta Thunberg è una ragazza certamente intelligente che ha ottenuto un consenso planetario, fino ad arrivare, dalla sua scuola, a parlare all'Onu, difendendo con entusiasmo il pianeta; Greta ha intimidito ogni pensiero alternativo, fondato sulla ragione e non sulla passione, ed è stata sostenuta e difesa da tutti. Chiunque abbia osato contrastarla, anche con dati certi, è stato tacitato. Anna Frank ha parlato al mondo solo da morta, ha tenuto un diario dal 12 giugno 1942 all'1 agosto 1944, è stata chiusa in un nascondiglio nella casa retrostante l'edificio in cui il padre aveva la propria ditta, cercando di consolare la madre disperata. Nessuno l'ha difesa e sostenuta, all'opposto di Greta.

Anna sarebbe stata felice di essere libera, e non «coraggiosa». Ne ho parlato con intelligenti amici ebrei che trovano improponibile il paragone. Moni Ovadia contrappone il consenso e, al di là del merito, quasi l'imposizione di un pensiero unico di Greta, con la straordinaria sensibilità e l'isolamento di Anna. Trova fuori luogo il riferimento al coraggio e, per Greta, evoca la «tempra» che l'ha portata a sostenere posizioni ideali largamente condivise rispetto ai comportamenti egoistici di molti giovani. Le farneticazioni di Sala concludono il contrario: «Quando una donna, pure in giovane età, decide di intraprendere un'impresa apparentemente disperata, spesso ha più coraggio e quindi, anche da questo punto di vista, è un messaggio di grande contemporaneità».

Indiscutibile la «tempra» di Greta, ma nulla di «apparentemente disperato» nel diario di Anna, che era piena di entusiasmo, pensando al futuro e al successo che non ha avuto, diversamente da Greta. Scrive il 5 aprile 44: «Riuscirò mai a scrivere qualcosa di grande, sarò mai una giornalista e scrittrice? Lo spero, oh, lo spero tanto, perché scrivendo riesco a fissare tutto sulla carta, i pensieri, gli ideali e le fantasie». Parole che commuovono per una vita spezzata, per una violenza intollerabile. Greta è stata indubbiamente fortunata, e non ha avuto bisogno di coraggio; a sua volta Anna non voleva essere coraggiosa, voleva essere libera. Sala sembra non comprenderlo, ed è riuscito in un'impresa straordinaria: conciliare un ebreo di sinistra con uno di destra, tendenzialmente in disaccordo. Mi scrive, infatti, indignato il presidente della Comunità Ebraica di Milano, Walker Meghnagi, con sofferenza: «Questo è un gravissimo insulto alla memoria, ma come si permette... Anna Frank è una vittima del nazismo! Greta va in giro libera per il mondo! Anna Frank non poteva uscire dal suo nascondiglio».

Ha perfettamente ragione. Suggerirei a Sala, la cui interpretazione è prima ideologica che umana, di consultarsi, quando deve affrontare temi così delicati per il mondo ebraico, con Liliana Segre. Anna Frank ci parla ancora dal suo alloggio segreto che, dopo il suo martirio, si è fatto più autorevole di un seggio all'Onu. Il potere dei media e il capitalismo hanno garantito Greta come un alibi. Nessuno ha pensato ad Anna Frank.

Ed è facile oggi per un sindaco usarne il nome impropriamente e retoricamente. Una cosa aveva Anna che Greta non ha: candore e ingenuità. A nessuno deve essere consentito fare diventare la sua vita una bandiera per la propria parte. Sala si tenga Greta, e lasci in pace Anna.

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