Sono 80 le persone che percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto scoperte dalla Guardia di finanza di Caserta. Un blitz dei militari che ha permesso di far scattare 64 denunce all’autorità giudiziaria e 16 segnalazioni all’Inps per l'interruzione dell'erogazione del sussidio economico. Ennesima truffa in Campania di soggetti che, oltre ad usufruire del reddito di cittadinanza, lavoravano in nero. Venditori abusivi, commercianti fittizi e perfino contrabbandieri di sigarette. Ora per loro si apriranno le porte del tribunale. Solo di somme già percepite materialmente, il danno calcolato dalle Fiamme gialle per le casse dello Stato ammonterebbe a oltre duecentomila euro. Complessivamente, i controlli hanno riguardato 255 persone facenti parte dei nuclei familiari finiti sotto la lente d'ingrandimento dei finanzieri.
Dalle verifiche effettuate dai baschi verdi è emerso che una quarantina di persone che percepivano il reddito di cittadinanza avevano in realtà un lavoro vero e proprio, seppur in nero: da pizzaioli a baristi, passando per cassieri, operai, magazzinieri, muratori ed altro ancora. Altri 25 truffatori, invece, vendevano chi sigarette di contrabbando, chi capi d'abbigliamento fasulli, chi cd/dvd falsi. In un caso, scoperto anche uno spacciatore di hashish.
Il reddito di cittadinanza è la misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale che i cittadini possono richiedere dal 6 marzo 2019. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l'inclusione sociale.
Il beneficio viene erogato attraverso una carta di pagamento elettronica, la carta reddito di cittadinanza.
È condizionato alla Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID), resa dai componenti del nucleo familiare, e alla successiva sottoscrizione del Patto per il lavoro presso il Centro per l’impiego. Nel caso in cui nel nucleo non siano presenti componenti disoccupati da meno di due anni o in situazione similare è invece prevista la sottoscrizione del Patto per l’inclusione sociale.
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