Caso Desirée, rinviati a giudizio i quattro africani indagati

Il processo, per reati che vanno dalla violenza sessuale all'omicidio, avrà inizio il prossimo 4 dicembre davanti alla terza corte d'Assise di Roma

Caso Desirée, rinviati a giudizio i quattro africani indagati

Il gup ha rinviato a giudizio quattro cittadini africani per la morte di Desiree Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita il 19 ottobre 2018 in un casolare abbandonato del quartiere San Lorenzo, Roma.

Violenza sessuale di gruppo, omicidio volontario, cessione e somministrazione di droga a minori: questi i reati contestati dalla procura di Roma. Il processo, che avrà inizio il prossimo 4 dicembre e sarà celebrato nell'aula bunker di Rebibbia, vedrà sul banco degli imputati il nigeriano Alinno Chima, i due senegalesi Brian Minthe e Mamadou Gara, detto Paco, e il ghanese Yusef Salia.

Secondo l'accusa, i quattro avrebbero abusato a turno della ragazza dopo averle fatto assumere un mix di droghe che ne hanno provocato la morte. Sarebbero diverse le prove che incastrerebbero gli uomini: la più importante è quella del Dna di alcuni di loro trovato sul corpo di Desirée, su un flacone di metadone e su una cannuccia utilizzata per fumare crack.

"Il nostro dolore non si

potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée", ha affermato la nonna materna dopo la notizia del rinvio a giudizio. Intanto nel quartiere romano dove è stata ritrovata la ragazza, residenti e forze dell'ordine combattono ogni giorno contro spaccio e degrado.

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