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"Processo necessario": così il gup manda alla sbarra Salvini

Il giudice Lorenzo Jannelli nel documento con il quale ha disposto il rinvio a giudizio per Matteo Salvini sul caso Open Arms, ha citato anche la Corte Costituzionale: "Nella fase preliminare non si sviluppa giudizio di colpevolezza o innocenza"

"Processo necessario": così il gup manda alla sbarra Salvini

Sulla decisione, presa sabato dal Gup di Palermo, di rinviare a giudizio l'ex ministro Matteo Salvini per il caso Open Arms ha pesato molto l'impostazione del procedimento preliminare data dalla Corte Costituzionale. Lo aveva detto, dopo l'ultima udienza, l'avvocato difensore di Salvini, Giulia Bongiorno, lo si evince anche oggi leggendo l'atto emanato sabato dal giudice Lorenzo Jannelli.

Il documento firmato dal giudice

In particolare, l'interpretazione data dal Gup riguarda la necessità di arrivare ad esaminare i fatti contestati al segretario leghista e dunque di avviare una vera fase processuale: “La Corte Costituzionale ha più volte affermato che, in sede di udienza preliminare l'apprezzamento del giudice non si sviluppa, secondo un canone, sia pur prognostico, di colpevolezza o innocenza – si legge nelle carte firmate da Jannelli – ma si incentra sulla ben diversa prospettiva di delibare se risulti o meno necessario dare ingresso alla successiva fase del dibattimento”.

La decisione di sabato quindi, non ha riguardato il merito della vicenda bensì la possibilità di rinviare al giudizio del processo la vera sentenza nei confronti dell'imputato: “Secondo la giurisprudenza di legittimità – ha proseguito il Gup – ai fini della pronuncia della sentenza di non luogo a procedere, il criterio di valutazione per il giudice dell'udienza preliminare non è di natura sostanziale, bensì processuale, non potendosi valutare l'innocenza o la colpevolezza dell'imputato, ma l'inutilità del dibattimento, anche in presenza di elementi probatori contraddittori o insufficienti”.

Il giudice Jannelli ha quindi ritenuto che gli elementi raccolti nella fase preliminare siano stati tali da porre le basi per far iniziare, il prossimo 15 settembre, il processo vero e proprio. Un concetto del resto che aveva tenuto a sottolineare la stessa Giulia Bongiorno sabato scorso ai giornalisti: “Questa non è una condanna – aveva ribadito – è solo un nuovo grado di giudizio. Si perderà più tempo, ci vedrete qui più spesso ma alla fine dimostreremo la verità.

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Nel documento da lui firmato, il Gup ha giudicato “necessario” il rinvio a un successivo dibattimento del caso Open Arms: “Ritenuto che non può trovare applicazione l'articolo 129 C.pp., evidenziati gli elementi di prova indicati dal pm come nella richiesta di rinvio a giudizio – si legge nella parte conclusiva del decreto – nonché negli esiti di perizia di trascrizione realizzata nel corso dell'udienza preliminare. Visti gli articoli 429 C.p.p, 132, 133D.L. vo 271/89, dispone il rinvio a giudizio di Matteo Salvini”.

Le dichiarazioni del segretario leghista

“Qualcuno cerca di prendersi in tribunale la rivincita che non riesce ad avere in cabina elettorale. Io vado avanti tranquillo, al processo chiameremo molti testimoni”: con queste parole Matteo Salvini ha iniziato un incontro con i giornalisti a Palazzo Madama.

Si è trattato della prima conferenza stampa successiva al rinvio a giudizio sul caso Open Arms: “Ci saranno tanti testimoni – ha proseguito il numero uno del carroccio – che ricorderanno come abbiamo lavorato bene nell'interesse dell'Italia rispettando le norme”.

“È incredibile – ha poi concluso Salvini – che in una settimana su casi simili due procure della stessa Regione dicano due cose opposte. Che ci sia bisogno di una riforma della giustizia , non per Salvini ma per tutti quei cinque milioni di italiani che attendono giustizia, mi sembra evidente”. Il riferimento dell'ex ministro dell'Interno è all'udienza preliminare sul caso Gregoretti, tenuta a Catania il 10 aprile scorso nel quale la procura etnea, a differenza di quella di Palermo, ha chiesto il non luogo a procedere per Salvini.

In entrambi i casi il segretario della Lega è accusato di abuso di

ufficio e sequestro di persona. Questo perché sia verso la nave Gregoretti che verso quella dell'Ong spagnola Open Arms dal Viminale, all'epoca retto da Salvini, sono emersi due specifici divieti di sbarco dei migranti a bordo.

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