Caso Saman, arrestato anche l'ultimo cugino

È stato arrestato in Spagna Nomanulhaq Nomanulhaq, cugino di Saman Abbas: per lui le accuse sono sequestro, concorso in omicidio e occultamento di cadavere

Caso Saman, arrestato anche l'ultimo cugino

Un nuovo tassello si aggiunge nella vicenda della scomparsa e del presunto omicidio di Saman Abbas: è stato arrestato anche l’ultimo cugino ricercato.

Come ha annunciato “Chi l’ha visto?”, questa mattina molto presto la Udyco di Barcellona, in collaborazione con lo Scip/Sirene, ha arrestato Nomanulhaq Nomanulhaq. Si tratta appunto di un cugino della giovane scomparsa di origini pakistane e abitante a Novellara: Nomanulhaq Nomanulhaq è uno dei tre uomini ripresi dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda agricola in cui vivevano e lavoravano gli Abbas. Questi tre uomini sono stati ripresi mentre si aggiravano la notte della scomparsa con pale e altri attrezzi in mano.

Per Nomanulhaq Nomanulhaq, 35 anni, era spiccato nei mesi scorsi un mandato di arresto europeo: l’uomo è accusato di sequestro di persona, concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere.

La 18enne Saman è scomparsa da Novellara la notte successiva al 30 aprile 2021. La giovane, che un primo tempo aveva trovato rifugio in una dimora protetta su impulso dei servizi sociali italiani, era tornata alla casa che condivideva con i genitori per recuperare i propri documenti che la famiglia le aveva sequestrato. Tra i suoi progetti c’erano quello di tornare in Pakistan per sposare un coetaneo, Saqib, residente nel Frusinate, del quale era innamorata.

Saman si era invece opposta al matrimonio forzato organizzato dai genitori con un cugino pakistano di oltre 10 anni più vecchio. Dal giorno della sua scomparsa aleggia l’ipotesi di omicidio: per lei il destino potrebbe essere stato quello del cosiddetto delitto d’onore, ma il corpo, nonostante gli immani sforzi degli inquirenti, non è stato trovato.

I presunti resti

A settembre 2021 una notizia aveva dato nuovo impulso alle indagini: dei resti erano stati trovati in un canale nei pressi di Novellara. Tuttavia, come ha chiarito l’Ansa nei giorni scorsi, i e sacchi neri rinvenuti in un canale della bonifica Parmigiana Moglia, in località Fiuma, sono di origine animale, forse un maiale o un cinghiale.

Come riporta l’Ansa, i Ris di Parma invece stanno vagliando la provenienza di un osso trovato a novembre a Lido Po di Boretto, che si sospetta provenire da una scatola cranica.

Gli arrestati e i ricercati

Al momento sono ancora ricercati i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen. Il fratellino è invece in una dimora protetta in Italia: il ragazzino era in compagnia di un cugino, Ikram Ijaz, arrestato mentre cercava di spostarsi dalla Francia alla Spagna la scorsa estate e sul quale pendono gli stessi capi d’accusa di Nomanulhaq Nomanulhaq.

È stato arrestato invece in autunno in Francia lo zio di Saman, Danish Hasnain, recentemente estradato in Italia e che si sospetta potrebbe essere l'esecutore materiale del presunto omicidio. Interrogato sui filmati della videosorveglianza, l’uomo ha detto: “Il video con le pale? Andavamo a fare lavori nell'orto”. La circostanza è stata in passato smentita da varie fonti, come i datori di lavoro degli Abbas e dei contadini cinesi della zona.

Ad accusare Hasnain di essere il mandante dell’omicidio è invece il fratellino di Saman.

La legale di Hasnain, Lalla Gherpelli ha parlato della possibilità che il ragazzino abbia reso queste dichiarazioni poiché “spaventato e condizionato dal padre Shabbar, anche in considerazione di un potenziale vantaggio di natura economica che deriverebbe dalla sua condanna. In Pakistan, infatti, i due fratelli sono comproprietari di un terreno e qualora lui fosse condannato spetterebbe di diritto a Shabbar”.

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