Chiudere "Report" non serve a niente. Serve vaccinarsi

Noi non ci uniamo al coro di chi vorrebbe chiudere Report per discutibili inchieste

Chiudere "Report" non serve a niente. Serve vaccinarsi

Non ci uniamo al coro di chi vorrebbe chiudere Report, il settimanale della Rai al centro delle polemiche per le sue discutibili inchieste, ultima quella sulla presunta pericolosità dei vaccini. Non perché concordiamo con la folle tesi presentata nella puntata (il vaccino per il papilloma virus è dannoso), ma perché riconosciamo a qualsiasi collega il diritto di sostenere ciò che vuole (certo, sulla Rai servizio pubblico qualche cautela in più non guasterebbe, visto che paghiamo anche noi).

Quella di Report in realtà non è un'informazione falsa, è semplicemente vigliacca, basta saperlo e scegliere se cambiare canale. Vigliacca perché presenta un fatto vero come se fosse «il fatto» e non un suo spicchio, spesso insignificante. Mi spiego meglio: l'informazione è un po' come la ricerca, trova sempre ciò che cerca. Alla pari di scienziati che dimostrano come il formaggio e il vino facciano male e altri l'esatto contrario, un giornalista può mettere in fila fatti veri, isolandoli dal resto, che porterebbero a pensare che il Papa sia stato un poco di buono. I fatti (piccole marachelle di una vita) sono veri, la conclusione è falsa ma il dubbio nel telespettatore resta.

Così certamente è possibile trovare, su migliaia, qualche scienziato, magari in cerca di fama, che sostiene la pericolosità dei vaccini, o pazienti che vaccinandosi hanno subito effetti collaterali perché qualsiasi medicina o cura presenta questo rischio. Milioni, miliardi di persone salvate a fronte di qualche centinaio, magari migliaio, danneggiate. Mostrare le seconde e sorvolare sulle prime non è informare, ma manipolare. Senza contare che parliamo dell'ovvio: mettiamo fuori legge le macchine perché un'infinitesima parte dei miliardi di persone che le usano muoiono in incidenti; smettiamo di bere acqua perché il calcare può provocare i calcoli; aboliamo i baci (infettano), viviamo all'ombra (il sole fa male) e via dicendo.

La verità è che vivere - e curarsi - fa male, ma è meglio che morire. Ci sarà un motivo per cui l'umanità ha vissuto allo stesso modo, diciamo a cavallo, per duemila anni e poi in pochi decenni - dall'inizio del Novecento - l'uomo è andato sulla Luna. Il progresso è in primo luogo figlio delle scoperte mediche - i vaccini - che hanno debellato le epidemie, durante le quali insieme alle persone morivano conoscenze, sapere, esperienza e ogni volta si doveva ricominciare da capo.

Ieri una collega di La7, in diretta tv si chiedeva, suggestionata da Report: «Voglio sapere che cosa succede a mia figlia se la vaccino». Giusto, ma si dovrebbe soprattutto chiedersi: «Che cosa succede se non la vaccino?».

E la

risposta c'è: ha l'80 per cento di probabilità - come chiunque di noi - di beccarsi, almeno nella sua forma più lieve, il Papilloma Virus. Se si vaccina ne ha una su un milione di avere effetti collaterali. Basta scegliere.

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