Grillo Jr., nuove accuse per la foto choc

Depositato il nuovo avviso di conclusione delle indagini sul caso Grillo jr. Modificato un capo di imputazione: chiarite le responsabilità individuali

Grillo Jr., nuove accuse per la foto choc

La procura di Tempio Pausania ha depositato un nuovo avviso di conclusione delle indagini (Acip) sul caso Ciro Grillo. Con questo passaggio la procura di Tempio Pausania mette a disposizione degli avvocati difensori i nuovi capi di imputazione. Il procuratore capo Gregorio Capasso e la sostituta Laura Bassani, dopo aver sentito la versione dei quattro ragazzi, hanno deciso di riformulare un capo di imputazione e di notificare alle parti le loro conclusioni. I pm hanno modificato il capo di imputazione relativo al secondo degli episodi contestati, ovvero quello della fotografia fatta da tre componenti del gruppetto con i genitali appoggiati sul volto della seconda giovane, Roberta, mentre dormiva.

Inizialmente dalle fotografie allegate agli atti non era stato possibile stabilire le responsabilità individuali, ma sulla base dei recenti interrogatori di Ciro Grillo e dei suoi amici sono stati chiariti diversi aspetti: ora il nuovo capo di imputazione specifica chi ha fatto cosa. Da qui la chiusura delle indagini, come prevede l'articolo 415 bis del Codice di Procedura penale. Già nel novembre scorso la procura depositò la chiusura delle indagini, ma le difese chiesero una proroga per le indagini difensive. Adesso gli avvocati avranno a disposizione 20 giorni per chiedere eventuali interrogatori. Successivamente la procura potrà chiedere o il rinvio a giudizio o l'archiviazione del caso.

Resta fuori, nel secondo capo di imputazione, Francesco Corsiglia. Il ragazzo ha fornito la sua versione ai magistrati: "Ho avuto un rapporto consenziente con S.J., eravamo solo io e lei, poi mi sono addormentato. Di ciò che è successo dopo io non so niente". Effettivamente Corsiglia non comparirebbe nelle foto e nei video di gruppo risalente a quella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta a Cala di Volpe. Non sarebbe però esente dall'accusa di violenza sessuale: la procura, nonostante il suo racconto, ha preso in considerazione le dichiarazioni di Silvia - che di fatto lo smentiscono - e tutti gli elementi delle indagini emersi sulla ricostruzione della vicenda.

Da vedere in che modo verranno sciolti tre nodi: la ragazza è stata costretta a bere vodka mentre era tenuta per i capelli o l'ha bevuta di sua spontanea volontà per sfidare la comitiva? A cosa si riferiva quel messaggio "3 vs 1"? Il video sta realmente circolando tra gli amici? Proprio ieri sera un ragazzo, ai microfoni di Non è l'arena, ha confermato: "Un sacco di amici l'hanno visto.

Con i telefoni gira tutto...". In tal senso il Garante della privacy è stato chiaro: "Chiunque diffonda tali immagini compie un illecito, suscettibile di integrare gli estremi di un reato oltre che di una violazione amministrativa in materia di privacy".

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