"Abuso di intercettazioni". Il caso Contrada ancora sotto i riflettori Cedu

La notizia è stata comunicata all’Adnkronos da Stefano Giordano e Marina Silvia Mori, legali di Bruno Contrada

"Abuso di intercettazioni". Il caso Contrada ancora sotto i riflettori Cedu

La Cedu, la Corte europea dei diritti dell'uomo, ha comunicato al governo italiano il ricorso presentato nel 2019 da Bruno Contrada, l’ex funzionario, agente segreto e ufficiale di polizia, con il quale"è stata dedotta l'illegittimità convenzionale della normativa italiana in tema di perquisizioni e intercettazioni", di cui "si è lamentata la lacunosità sia sotto il profilo dell'individuazione dei destinatari delle attività investigative, sia sotto il profilo dei rimedi interni esperibili avverso tali attività".

La notizia è stata confermata da Stefano Giordano e Marina Silvia Mori, avvocati di Contrada, all'Adnkronos. I legali hanno spiegato che il ricorso trae origine dalle "plurime perquisizioni e intercettazioni poste in essere dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e dalla Procura Generale di Palermo nei confronti di Bruno Contrada a partire dal 2017" senza che quest'ultimo "fosse formalmente sottoposto a indagini preliminari".

La Cedu, come hanno specificato i legali, ha chiesto al nostro esecutivo di rispondere ad alcuni specifici punti: tra questi la chiarezza e la precisione della legge italiana in materia di perquisizioni e intercettazioni, la necessità e la proporzionalità delle attività investigative svolte nel caso concreto e, infine, alla sussistenza nell'ordinamento interno di strumenti processuali idonei a contestare quelle attività.

"Per la prima volta la Corte Europea punta il dito contro quello che, non a torto, è stato definito come abuso delle intercettazioni e degli "atti a sorpresa" da parte dell'Autorità giudiziaria", ha dichiarato l'avvocato Stefano Giordano che ha sottolineato come nel nostro ordinamento, "visto il sistema legislativo assolutamente lacunoso, chiunque può essere sottoposto a intercettazioni e a perquisizioni, anche se non è mai stato lontanamente sospettato di avere commesso un reato".

In considerazione di tutto ciò il legale ha spiegato di augurarsi che la Corte, "ultimo presidio di legalità internazionale", possa contribuire ad aprire una pagina nuova su alcuni istituti che, "così come di fatto applicati dall'Autorità giudiziaria, rappresentano la forma più inquietante dell'autoritarismo statale".

Per Giordano questa battaglia non è volta solo alla tutela del Dottor Contrada,"uomo di Stato che ha subìto pesanti vessazioni da parte di quello stesso Stato che ha servito" ma anche alla tutela della legalità e delle libertà individuali di tutti.

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