La scuola "R.Capranica" di Amatrice è uno dei simboli del disastro del terremoto. È crollata come un castello di carte nonostante sia stata ristrutturata nel 2012. Solo quattro anni fa. Ed è una beffa, o forse un pugno allo stomaco, vedere che proprio all'ingresso del plesso scolastico campeggiano dei cartelli istituzionali che rendono lode i lavori di messa in sicurezza. Una sorta di propaganda.
"La sontuosa opera realizzata in poco più di tre mesi - si legge nei manifesti appesi nel cortile della scuola - ha avuto un importo di euro 511.297,68 esclusa l'IVA". Ecco: sontuosa. Fa davvero impressione leggere queste righe quando di fronte si hanno solo macerie. La campana sbattuta in terra, le ringhiere divelte, le aule distrutte. Una di queste è stata aperta a metà. Rimane in piedi solo un muro su cui sono ancora visibili le foto dei bambini della classe.
Fortunatamente, se di fortuna si può chiamare, le scosse sono arrivate ad anno scolastico chiuso. Altrimenti saremmo qui a raccontare un'altra storia.
La scuola elementare venne inaugurata nel 1936 e fu dedicata a Romolo Capranica, un giovane amatriciano considerato il primo concittadino a morire nella guerra mondiale nel 1915. Negli anni si sono susseguite numerose ristrutturazioni e opere aggiuntive, come il rialzamento della palestra nel 1945. Poi negli anni '60 fu necessario ampliare la struttura e lo stesso avvenne tra il 1994 e il 2003, lavori che portarono in via Saturnino Muzii anche la scuola Materna e la Media.
Bene. Il complesso, evidentemente, non seguiva le norme anti-sismiche. E così "nel 2012 - si legge nel manifesto propagandistico - il Comune di Amatrice con il contributo della Regione Lazio da (senza accento, NdR) vita ad una massiccia opera di ristrutturazione dell'intero edificio".
Lavori realizzati espressamente per "l'adeguamento della vulnerabilità sismica": sono stati fasciati "tutti i pilastri con le fibre di carbonio", "rinforzate le colonne centrali" e messe in sicurezza "le tamponature esterne e le tramezze interne". Infine altri lavori più superficiali.Il tutto, come detto, alla modica cifra di 500mila euro. Con tanto di cartelli esplicativi e la rivendicazione di aver realizzato "un'opera sontuosa". S'è visto.
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