Non si placa l'eco delle polemiche sul raduno degli alpini a Rimini e a farne le spese è stata anche Sonia Alvisi, coordinatrice delle donne del Partito democratico a Rimini e consigliere alle Pari opportunità in Emilia-Romagna. La sua colpa è stata quella di provare a riportare la discussione dentro i toni civili, chiedendo di non stigmatizzare l'intero corpo degli alpini ma di perseguire i presunti responsabili delle molestie segnalate e, soprattutto, per aver sostenuto la necessità di sporgere denuncia per permettere alle forze dell'ordine di fare un lavoro credibile. "Argomentazioni che non rispecchiano in alcun modo i nostri orientamenti e le nostre battaglie", hanno commentato dai vertici del Pd, portando la Alvisi alle dimissioni.
"Ho fatto un comunicato ragionevole in cui sollecitavo le donne che sono state molestate a denunciare le molestie subite. Tutto questo non significa mettersi dalla parte dei molestatori, ma significa anche non accusare tutti gli alpini di esserlo e significa portare i colpevoli nei luoghi istituzionali della giustizia", si è difesa Sonia Alvisi dalle colonne de la Repubblica, difendendo l'impegno profuso fino a questo momento per le donne, nel ruolo ricoperto fino alle sue dimissioni all'interno del Pd regionale e locale. "Io sono una che lavora per le donne, anche nei tribunali in loro difesa contro le discriminazione sul lavoro, nel fare politica ci metto la faccia, ecco lo faccio anche adesso. Ho anche io la mia dignità, come le donne molestate. Ho fatto due passi indietro ora voglio vedere cosa fa il partito", ha tuonato Sonia Alvisi, evidentemente ferita dagli attacchi ricevuti dal suo stesso partito e dai gruppi femministi.
L'ex consigliere ha ribadito la necessità di condurre indagini serie su quanto segnalato durante il raduno degli alpini, sottolineando che "se ci sono stati degli alpini che hanno molestato delle donne non possiamo mettere alla gogna tutto un corpo dell'esercito", pur dicendosi convinta che ci debba essere "tolleranza zero anche a un complimento".
Sonia Alvisi non fa un passo indietro nemmeno davanti alle critiche che le sono piovute addosso in merito alle sue frasi sulla necessità di denunciare: "So bene che non è
solo con la denuncia che si combatte la violenza di genere, ma è da lì che devi partire. I colpevoli verranno puniti solo se ci saranno denunce, altrimenti si fa un processo sulla pubblica piazza".
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