Detenuto marocchino tradito da un gesto: così la polizia ha fermato la fuga

La fuga dopo essere stato portato in ospedale per una sospetta tbc. Dopo una giornata di ricerche, la polizia ha riacciuffato il marocchino

Detenuto marocchino tradito da un gesto: così la polizia ha fermato la fuga

Sanremo - Alla vista dei poliziotti, non ce l’ha fatta: è stato più forte di lui. Con un gesto automatico ha nascosto le braccia (con le manette ai polsi) sotto la felpa, richiamando subito l'attenzione degli agenti, impegnati in un posto di controllo, i quali lo hanno inseguito e catturato, nel giro di pochi minuti.

È finita, dunque, in serata la rocambolesca fuga di Abdelhamid Salmane, il pericoloso detenuto marocchino di 25 anni evaso stamani dall'ospedale Borea, di Sanremo, dove gli agenti della polizia penitenziaria lo avevano accompagnato per una radiografia. Il giovane, infatti, in carcere per tentato omicidio, si sospettava che avesse la tubercolosi. Giunto al pronto soccorso, armato di tanto sangue freddo, ha colpito un agente ed è scappato. Malgrado avesse le manette ai polsi è comunque riuscito ad allontanarsi.

Per tutta la giornata lo hanno cercato decine di agenti e militari. Fintanto la polizia stradale, di pattuglia all’altezza di rondò Garibaldi, nella città dei Fiori, lo ha notato scendere per via Fiume, in direzione del mare, dove probabilmente avrebbe voluto trascorrere la notte. Quel gesto automatico di nascondere le mani sotto la felpa è stato davvero determinante. È così scattato l'inseguimento, che si è concluso (sorte vuole), nei pressi del commissariato di Sanremo.

Una volta braccato non ha potuto far altro che consegnarsi. Fuggire una seconda volta, infatti, sarebbe stato impossibile.

Abdelhamid Salmane avrebbe dovuto restare in carcere fino al 2030, ma è evidente che sarà prolungata.

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