Da parroco a (futuro) medico, riprendendo un percorso interrotto oltre un ventennio fa. Questa la nuova vita che si prospetta per don Francesco Spagnesi, il sacerdote di Prato (Toscana) accusato lo scorso anno di utilizzare i soldi delle offerte dei fedeli e quelli della parrocchia della Castellina per acquistare cocaina e gbl (la cosiddetta "droga dello stupro") che poi consumava nei festini a luci rosse per soli uomini organizzati insieme al compagno. Se il processo in sede penale si era chiuso lo scorso dicembre con il patteggiamento a tre anni e otto mesi accordato dal tribunale di Prato (per spaccio e traffico di droga e appropriazione indebita del denaro delle offerte) restava in sospeso il futuro del quarantunenne toscano.
Lo scandalo gli avrebbe oltretutto alienato le simpatie della maggior parte dei parrocchiani, gli stessi che prima ne apprezzavano la vitalità. E secondo La Nazione, il diretto interessato avrebbe preso la decisione di dismettere l'abito talare. Il suo nome figura oltretutto già fra gli iscritti al secondo anno della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Firenze. Una scelta, la sua, che non è nuova né improvvisata. Prima di farsi prete infatti, a vent'anni sostenne il test d'ingresso a medicina e cominciò a frequentare il primo anno all’Università di Pisa. Proprio durante quel periodo, la vocazione nata in lui già durante il liceo si era fatta sempre più forte e aveva deciso di lasciare lo studio universitario e di entrare in seminario. Era il 2001, poi dopo cinque anni di studi come seminarista, l’ordinazione arrivò nel 2007 e nel 2009 gli fu affidata la parrocchia della Castellina (il quartiere residenziale della città toscana, ndr).
La scelta definitiva
Un incarico mantenuro sino al baratro del 2021 con l’arresto e il processo. E alla luce degli ultimi avvenimenti, don Spagnesi si è trovato dinanzi ad un bivio: lasciare la chiesa di sua volontà oppure sottoporsi a un procedimento canonico che ha come pena massima la riduzione allo stato laicale. Già nei mesi scorsi il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini, lo aveva incontrato per sondare le sue intenzioni. Don Francesco gli avrebbe chiesto tempo per rifletterci e proprio nei giorni scorsi gli avrebbe confermato di essere intenzionato a lasciare il sacerdozio, per un passo che dovrebbe compiere a breve.
Un passaggio che comporterà anche la sospensione dell’assegno di congrua (l’erogazione mensile effettuata dallo Stato italiano ai parroci, ndr) che avrebbe continuato a percepire nell'ultimo anno, sollevando qualche polemica fra i fedeli. La strada, insomma, sembra ormai tracciata: Francesco Spagnesi tornerà ad essere uno studente universitario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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