Quell'attentatore di Nizza tra droga, social e mondo lgbt

Il 21enne Brahim Aoussaoui, il terrorista che ha colpito a Nizza, in passato ha pubblicato foto "particolari" su Facebook. Si indaga sui movimenti in Italia

Quell'attentatore di Nizza  tra droga, social e mondo lgbt

Ci sarebbe un segreto nella vita di Brahim Aoussaoui, il 21enne terrorista che ha seminato morte a Nizza. Il terrorista forse era collegato con il mondo gay. Nulla di male in questo. Ma la notizia è per certi versi clamorosa in quanto porta alla luce una contraddizione: l’essere gay è fortemente condannato dagli estremisti islamici.

Pare infatti che abbia incontrato un tal Ahmed Ben Amor che, secondo La Verità, sarebbe poi stato arrestato sabato sera a Grasse, e che sarebbe un musulmano radicale oltre che vicepresidente nel 2016 dell'associazione Shams Tunisie, un gruppo Lgbt che lotta per la depenalizzazione dell'omosessualità in Tunisia. Ma proprio sulla figura di Ben Amor si è aperto un giallo.

Altre fonti, come quelle citate dall'associazione pro Lgbtqi Il Grande Colibrì, smentiscono La Verità sostenendo infatti che l’Ahmed Ben Amor citato non sia affatto in carcere e si sarebbe trasferito a Nizza da qualche anno. È lui stesso ad averlo confermato su Messenger all’associazione, raccontando di non aver alcuna appartenenza al radicalismo islamico. A conferma di ciò ci sono i suoi commenti sui social. Commenti che potrebbero essere giudicati blasfemi nei confronti di Maometto e dell’islam. Inoltre critica ferocemente la campagna con cui alcune persone musulmane stanno boicottando i prodotti francesi per protestare contro le vignette sul profeta. Anche il video in cui si vede un bambino bruciare il tricolore francese - postato il giorno successivo il suo presunto arresto - si tratterebbe di un filmato ironico. "Mi sono sempre battuto per la pace e mi ritrovo in questa situazione – ha scritto Ahmed Ben Amor a Il Grande Colibrì- È qualcosa che mi ferisce e mi scombussola".

I social avrebbero però rivelato altri dettagli sul passato del tagliagole di Nizza. Sempre secondo La Verità uno dei profili Facebook di Aoussaoui, utilizzato almeno sino al 2018, rivela una possibile inclinazione gay: il 21 maggio di quell’anno il ragazzo aveva pubblicato una foto patinata di un uomo discinto e muscoloso. Nello stesso profilo anche scatti di uno spinello e di un accendino. Non proprio il massimo per un estremista islamico.

Ma a parte l’orientamento sessuale, mediante il social è stato appurato che il 21enne che ha colpito a Nizza e la presunta rete a cui era collegato avevano legami con l'Italia. L'11 ottobre scorso, dopo l'identificazione e la fotosegnalazione a Bari, Brahim è tornato in Sicilia dove ha un contatto a Palermo: Issam Ben Hamida Ben Mohamed Chibi. Quest’ultimo gli avrebbe garantito un alloggio di fortuna in un magazzino del ristorante etnico in cui lavora. Dal capoluogo siciliano Brahim si sarebbe spostato ad Alcamo, nel Trapanese, da un tunisino del quale non è stato reso pubblico il nome. Un punto che fa capire come il nostro Paese possa essere divenuta una sorta di base per gli estremisti islamici. Il nordafricano in questione è stato identificato dagli investigatori della Digos e sentito in Procura a Palermo.

Nell’interrogatorio è spuntata una contraddizione. Il tunisino "senza nome" ha sostenuto di aver conosciuto l'attentatore in Italia ma successivamente ha ammesso che le rispettive madri erano amiche. Dalle indagini è emerso che in realtà Brahim ha dormito in casolari di campagna. Il presunto amico di famiglia è stato arrestato per non aver ottemperato all'intimazione a lasciare il territorio nazionale a seguito della scadenza del permesso di soggiorno.

Poi si apre il capitolo francese. Secondo l’intelligence, Ben Amor è con Brahim a Nizza, dove i due sono arrivati in treno il 27 ottobre. Il giorno seguente, attraverso il profilo A.T., l'attentatore ha comunicato a sua sorella, residente in Tunisia, il suo arrivo in Francia. Lo stesso A.T. il 19 settembre ha pubblicato due foto che potrebbero fornire dettagli interessanti: in una è immortalato in compagnia di un altro soggetto non identificato dapprima a bordo di un'imbarcazione munito di giubbotto di salvataggio e, in un secondo momento, mentre si trova all'interno di un centro d'accoglienza.

Tra gli amici di Facebook di A.T. vi è anche D. L.. Sul profilo di quest' ultimo sono indicate le tappe di un viaggio identico a quello che avrebbe fatto il terrorista. Non solo perché la pagina contiene una immagine inquietante: un' esplosione tra le parole "Dove vai? In Paradiso". Brahim è considerato estraneo agli ambienti dell'estremismo islamista ma avrebbe mantenuto contatti in Tunisia con personaggi sospettati di appartenere a una cellula terroristica affiliata all'Isis: Ali Abidili, Haroun Felhi e Ibrahim Ben Soltana (noto alla polizia italiana perché giunto clandestinamente nel nostro Paese nel settembre 2019).

Brahim aveva anche altre amicizie. Il 29 ottobre è stato fermato l’algerino Rabia Djelal. Da filmati delle telecamere di videosorveglianza di un quartiere di Nizza è emerso che il giorno prima della strage era in compagnia del tagliagole. Sconosciuto ai francesi ma non agli italiani in quanto era stato controllato nel gennaio 2019 dai carabinieri di Bordighera.

Il 30 ottobre è stato fermato il tunisino Slah Aboulkacem, che nell'aprile 2011 risultava residente a Fossato di Vico, nel Perugino, poi a Legnano. Il 22 ottobre 2014 la Questura di Milano gli ha rifiutato il permesso di soggiorno. In diverse occasioni era stato fermato per un controllo. Un paio di volte è risultato essere in compagnia di pregiudicati italiani. La mattina del 31 ottobre è stato fermato anche Bassem Aboulkacem, cugino di Slah. Nel giugno e nel dicembre del 2018 e nell'agosto dell’anno seguente è stato controllato dall'Ufficio di polizia di frontiera di Genova.

Secondo gli analisti dell’Aise, l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ad oggi non ci sono elementi per dire che ci sia una unica regia dietro agli

attentati del 29 ottobre. Ma il rischio di attentati contro obiettivi francesi nel mondo, anche in Italia, è elevato. La vicenda del terrorista di Nizza e dei suoli legami con il nostro Paese non possono lasciare tranquilli.

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