Ci risiamo, dopo alcuni mesi di silenzio l’Etna è tornata in attività. Erano le 6:30 di questa mattina quando il vulcano situato nel territorio orientale di Catania, ha iniziato la sua nuova eruzione. Il vulcano in azione ha emesso una colata lavica con il conseguente aumento del tremore vulcanico. Erano le 7:40 quando l’evento è stato avvertito sotto il punto di vista sismico. Intorno alle 9:00 poi è stato raggiunto il livello energeticamente più forte.
Sotto le osservazioni e le rivelazioni effettuate dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania è stato possibile constatare "la presenza di due modesti flussi lavici sommitali dal Nuovo Cratere di Sud-Est che rimangono confinati sull'alto fianco orientale e meridionale del cono". È stata emessa anche una modesta quantità di cenere che ha creato un pennacchio alto fino a circa cinque km di altezza dai crateri, spinto verso i quadranti orientali del vulcano dai venti dominanti. La cenere è ricaduta poi in gran parte sulla Valle del Bove ma anche sull'abitato di Zafferana.
L’eruzione è avvenuta in una zona sommitale e desertica del vulcano. La sua attività non ha rappresentato pericolo né con riferimento a persone, né con riferimento a cose. L’aeroporto Fontanarossa è rimasto operativo con le sole limitazioni relative ai provvedimenti di tutela sanitaria per prevenire i possibili contagi caratterizzati dal coronavirus. Quindi non è stato necessario adottare ulteriori misure di sicurezza dettate da pericoli imminenti dovuti all’eruzione. Un evento che ha richiamato e richiama le attenzioni non solo da parte degli studiosi e dagli esperti del settore, ma anche dagli abitanti dei paesi del versante orientale che, dopo l’iniziale preoccupazione di stamane, si sono rilassati ammirando lo spettacolo offerto dal vulcano più alto d’Europa.
Intorno all’una, l’eruzione si è gradatamente attenuata fino a terminare e, con essa, anche le tracce di cenere. Sempre dall’Istituto di vulcanologia è stato precisato che “la colata è invece relativa ad un accumulo e successivo rotolamento sui fianchi del cono di materiale piroclastico emesso durante le fasi di fontana mento”.
All’eruzione si è accompagnata una importante attività infrasonica che adesso si è pure attenuata. Attraverso la rete Gps poi è stato possibile rilevare che l’evento non ha determinato nessun cambiamento di particolare rilevanza sul suolo interessato.
I riflettori degli studiosi rimangono puntati in queste ore sul vulcano più attivo della placca euroasiatica che, dalla sua formazione ad oggi, a periodi alterni e, comunque non distanti gli uni dagli altri, non ha mai smesso di far sentire la sua presenza sulla costa orientale della Sicilia.
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