Erano stati portati davanti al giudice per colpa di un saluto romano. L'avevano fatto nell'aprile del 2014 durante la commemorazione di Sergio Ramelli, Enrico Pedovi e Carlo Borsani e per questo erano stati trascinati in tribunale. Ma oggi il gup di Milano Donatella Banci Buonamici li ha assolti tutti.
Per quell'episodio erano state infatti indagate dieci persone, tra cui l’ex consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Roberta Capotosti, il cantante Federico "Skoll" Goglio ed alcuni militanti di Forza Nuova e Casa Pound. La decisione del giudice chiude la questione: il gup infatti li ha prosciolti "perché il fatto non sussiste". Quindi non hanno violato la legge Scelba del 1952, quella che vieta di fare il saluto romano in pubblico.
ll pm Piero Basilone aveva chiesto 3 mesi di carcere e una sanzione di 206 euro per Marco Clemente e Matteo Ardolino, che avevano scelto di essere processati con rito abbreviato, mentre per gli altri otto imputati aveva confermato la richiesta di rinvio a giudizio. Ma le sue tesi non hanno trovato riscontro nella realtà.
Al processo aveva partecipato anche Ignazio La Russa come difensore della Capotosti, che aveva portato in aula a difesa della sua assitita niente di meno che Papa Francesco. L'ex ministro della Difesa, infatti, aveva sostenuto davanti al giudice che il rito del presente non fosse un gesto di apologia di fascismo, perché doveva essere contestializzato. A sostegno della tesi aveva mostrato in Aula la foto di Bergoglio davanti alla scritta "presente" del sacrario di Redipuglia.
Secondo La Russa i partecipanti volevano "offrire un doveroso tributo alla memoria" di Ramelli e Pedenovi, assassinati negli anni ’70 a Milano, e Borsani, ucciso il 29 aprile 1945. Ed aveva ragione.Da oggi fare il saluto romano davanti alla lapide di un caduto degli anni di piombo non sarà più reato.
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