Ecco quando arrivano (davvero) i farmaci anti Covid

Al momento solo annunci per le pillole di Merck e Pfizer. Tra scetticismo e dietrologie, ecco cosa ci ha detto un farmacologo

Ecco quando arrivano (davvero) i farmaci anti Covid

Mentre gran parte d'Europa fa i conti con una severa ripresa dei contagi Covid-19 causati dalla variante Delta e Delta plus e si cerca di correre con le terze dosi, tra poche settimane avremo a disposizione i primi farmaci contro il virus: si tratta del molnupiravir dell'azienda farmaceutica Merck, già approvato in Regno Unito mentre l'Europa attende il sì definitivo da parte dell'Ema. A stretto giro, arriverà anche la pillola anti-Covid targata Pfizer.

"Fare informazione e non speculazione"

Anche se il nostro Ministero della Salute li ha già opzionati, da alcune parti si sente dire che con gli stessi ritardi con cui l'anno scorso arrivarono i vaccini, lo stesso sarà per i farmaci. "Non aspettatevi che a gennaio avremo abbondanza dei nuovi farmaci anti Covid. Avremo pochissime pillole" afferma al Messaggero un medico di Roma che preferisce rimanere anonimo, un po' come tirare il sasso e nascondere la mano. A questa affermazione sibillina non è seguito nessun approfondimento: perché mai si sa già che sarà così? Probabilmente è il solito scetticismo all'italiana, quello che ci fa bagnare prima di piovere.

Una premessa importante è che l'informazione bisogna farla in maniera corretta, utilizzando tutti i presupposti che la stessa richiede: fare delle speculazioni che rischiano di diventare terrorismo non va bene", afferma a IlGiornale.it Renato Bernardini, Professore ordinario di Farmacologia all'Università di Catania e membro del Consiglio Superiore di Sanità. Il farmacologo ci ha spiegato che i vaccini sono arrivati sul mercato progressivamente perché, così come per i farmaci, c'è un limite materiale di produzione. "Tutte le aziende, a cui si deve riconoscere il merito di aver fatto un'ottima ricerca, non possono quindi produrre pillole e fiale subito e per tutto il mondo. L'AIFA ha già definito precisi accordi con le due ditte produttrici dei due farmaci orali anti-Covid, la Merck e la Pfizer".

Ecco svelato il segreto di Pulcinella: le aziende sono due (per i vaccini erano tre), è logico che non si può soddisfare in quattro e quattr'otto la domanda di miliardi di persone sparse tra Stati Uniti, Europa e resto del mondo, non ci vuole un genio. Tra l'altro, le pillole Pfizer arriveranno in un secondo momento perchè "gli studi clinici di quest'ultima sono stati conclusi più tardi rispetto a quelli della prima e si trovano quindi ancora sotto revisione, che ci dirà presto come utilizzarli in modo ottimale", sottolinea Bernardini, che aggiunge come non si possa sempre "fare dietrologia invocando metodi poco trasparenti di immissione sul mercato dei farmaci, bisogna comprendere che ci sono dei limiti obiettivi di produzione che purtroppo non è possibile eliminare".

Come agiscono questi farmaci

Ma come saranno queste pillole anti-Covid? "Sia il molnupiravir di Merck che il prodotto di Pfizer sono farmaci somministrabili per via orale, che vanno utilizzati ai primi sintomi, perchè per il loro meccanismo d'azione sono efficaci nelle fasi precoci dell'infezione; somministarli in fasi avanzate della malattia risulterebbe probabilmente inefficace", ci dice il farmacologo catanese. Noi del Giornale, quasi un anno fa, intervistammo proprio il Prof. Bernardini sugli ottimi presupposti che il molnupiravir stava dando in fase clinica (qui il focus del dicembre 2020) che sui furetti stava dando ottimi risultati. "Sì, ma c'è un abisso tra uomo e animale", dissero gli scettici. E invece, la prima pillola anti-Covid nel mondo sarà proprio quella che andava bene anche per il simpatico mammifero.

Quando arriva davvero il Molnupiravir

Torniamo all'introduzione: lo scetticismo su quando sarà a disposizione in Italia il farmaco contro il virus. "Entro dicembre dovrebbe essere disponibile il primo contingente di Molnupiravir, che verrà ulteriormente implementato nei mesi successivi, man mano che i siti di produzione lavorano a regime, ci vuole tempo e pazienza", ci dice Bernardini. Altro che gennaio, il vero regalo sarà prima Natale con una cura disponibile nelle prime fasi della malattia che possa sconfiggere il virus senza ricorrere a cure alternative, adesso c'è proprio quella ad hoc. Il Prof. ci ha specificato come esistano altri tipi farmaci che verranno lanciati prossimanente le mercato: una grande novità sarà costitutia da anticorpi monoclonali somministrabili sottocute o intramuscolo e quindi gestibili, come i farmaci per via orale, anche al domicilio dei pazienti, evitando problemi logistici e congestione delle strutture ospedaliere. "Anche qui vale lo stesso discorso fatto prima: inizialmente le quantità di prodotti saranno limitate a causa del fatto che la produzione non riesce a stare dietro alle innumerevoli richieste, ma poco tempo dopo non sarà più così".

"Il farmaco non può sostituire il vaccino"

Sembra assurdo, ma nonostante la felicità di avere anche i primi farmaci anti-Covid, un rovescio della medaglia c'è sempre: i soliti no vax. I più incalliti odiatori del vaccino penseranno che ormai, con la cura, non sia più necessario sottoporsi alla vaccinazione. Ovviamente, nulla di più sbagliato. "Il farmaco è una cosa totalmente diversa dal vaccino e non può e non deve sostituire quest'ultimo come arma principale contro il Covid - sottolinea Bernardini - Qualcuno può pensare 'chi se ne frega, anche se mi ammalo c'è il farmaco per curarmi’ ma non è una buona maniera di ragionare. Il messaggio è che si deve vaccinare al più presto chi non l'ha ancora fatto per creare le condizioni necessarie a bloccare la pandemia e a far finire al più questo caotico periodo".

Perché la dose booster vincerà la pandemia

Se oggi disponiamo di un ventaglio di straordinari strumenti terapeutici, ma, soprattutto, profilattici, ottenuti in tempi record e che all'inizio della pandemia neanche immaginavamo è grazie alla Scienza che mai come in questo momento si deve adattare ai continui e cangianti scenari clinici. "La Scienza si basa sul dubbio, non si basa su certezze assolute e immutabili: se non ci fosse il dubbio non esisterebbe Scienza, perché essa si basa sulla capacità dei ricercatori di porsi domande e di verificarne poi la validità". In questo contesto si colloca l'importanza della dose booster di vaccino, la terza, che "molto verosimilmente ci garantirà l'immunità per ulteriore anno, con grande vantaggio per tutti", sottolinea l'esperto. Come detto prima, se faremo tutti il vaccino non ci sarà bisogno dei farmaci che, però, saranno disponibili quando serve come ulteriore arma contro il virus.

Come sono le proiezioni, quindi, per il prossimo futuro? "Sono positive, bisogna essere ottimisti - conclude Bernardini - evitando di immaginare che ci sarà una carenza di farmaci a causa di chissà quale oscuro complotto; bisogna avere fiducia nelle Istituzioni che vigilano costantemente che non si verifichino anomalie in questo complesso sistema".

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