“Nella mia città, San Francisco, forse non sarei stato in carcere: sarei uscito su cauzione”. La breve e polemica frase è stata pronunciata da Gabriel Christian Natale Hjort, il 19enne americano indagato con l’amico Elder Finnegan Lee per il brutale omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega durante un incontro con i vertici del Partito Radicale in visita nel penitenziario nell’ambito del “Ferragosto in carcere”, un appuntamento ormai tradizionale per conoscere meglio le condizioni delle strutture penitenziarie italiane e quelle dei detenuti.
Il giovane è uno dei tanti detenuti che affollano la prigione di Regina Coeli. Una struttura con problemi di sovraffollamento. E non solo. Il penitenziario, infatti, conta 1020 reclusi quando la capienza massima è di 616.
A rendere ancor più difficile la situazione è il forte caldo di questo periodo. Il carcere è una sorta di fornace priva di condizionatori o ventilatori. Natale, per il momento, non si lamenta delle condizioni di vita in cella.
Il giovane americano non ha grossi problemi con la lingua. Il padre, tra l’altro, anche se vive negli Usa da 30 anni è originario proprio di Roma. Ma il ragazzo, che si trova in un reparto separato dall’amico Elder, sta sopportando tutto in silenzio e in uno stato di apparente calma.
Nonostante il termometro in carcere arrivi quasi sempre a 40 gradi. E senza contare il tasso di umidità che rende ancor più insopportabile la vivibilità degli ambienti affollati.
Il caldo, però, non è un problema solo per Natale e gli carcerati. “Così scontano la pena non solo i detenuti ma anche il personale”, ha sottolineato Irene Testa, tesoriera del partito in visita al penitenziario con il segretario Maurizio Turco, la presidente dell’Istituto Luca Coscioni Maria Antonietta Farina Coscioni e alcuni militanti radicali.
Negli ultimi quattro giorni, sono stati 294 i visitatori, tra cui parlamentari e avvocati, che hanno preso parte all’iniziativa dei Radicali in 72 carceri da nord a sud.
Nei penitenziari romani di Rebibbia nuovo complesso e Regina Coeli vi sono detenuti, come Natale Hjort ed il suo amico Elder, per lo più in attesa di
giudizio e che, secondo la Costituzione, sono innocenti fino a sentenza definitiva. “La custodia preventiva è un vulnus - sostiene la Testa- che riguarda il 31% dei detenuti delle nostre carceri”.
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