La vittima dell'attacco islamico? Per lo Stato ora è "meno invalida"

Danila Pollari fu ferita gravemente a Tunisi. Adesso deve restituire 14mila euro perché i calcoli della pensione furono sbagliati

Il museo del Bardo
Il museo del Bardo

Fu ferita alle gambe dalla scheggia di una bomba e da un proiettile vagante nel corso dell’attentato islamico del 18 marzo 2015 al museo del Bardo, a Tunisi, dove persero la vita 24 persone, di cui 21 turisti e 4 italiani. Danila Pollara, 66enne pensionata di Moncalieri, in provincia di Torino, quel giorno era presente nell’inferno di fuoco, che ricorderà per tutta la vita e, da semplice visitatrice, ha rischiato di morire sotto i colpi feroci degli assalitori. Per quella macabra avventura lo Stato italiano le aveva riconosciuto un danno come vittima di una strage terroristica, ma ora è arrivata la doccia gelata, inaspettata. Alla donna è stato rimodulato l’assegno di invalidità e, addirittura, adesso dovrà restituire 14mila euro di indennizzo, perché il ministero dell’Interno ha spiegato che i calcoli per la pensione erano sbagliati.

Una beffa atroce, a cui la pensionata non sembra rassegnarsi. “Lo Stato secondo me sa proteggere i propri cittadini, ma sa anche tradirli”, ha dichiarato a Libero, sconfortata per il passo indietro del governo. Nel 2016, a Danila Pollara fu riconosciuta l’invalidità al 30%, in seguito all’attentato di Tunisi e fu inserita nell’elenco delle vittime di quel brutale atto terroristico. Dopo diversi anni lo Stato le ha comunicato l’errore: le erano state applicate tabelle relative agli indennizzi validi fino al 2004 e la sua invalidità, quindi, è stata fissata al 20%. Inevitabile la restituzione dei soldi dati in più in questo lungo periodo e lo sgomento della donna, che ha ancora impressa nella memoria la strage del museo, dove ha visto morire accanto a sé tante persone e ha avuto paura di non farcela. Solo la fortuna ha evitato il peggio per Danila Pollara, che in quell’occasione riuscì a salvarsi perché rimase nascosta sotto il corpo di un uomo per diverse ore.

L'attacco ebbe inizio alle 12.30 circa. Due terroristi, armati di kalashnikov e bombe a mano e con indosso delle cinture esplosive imbottite di Semtex, cercarono di infiltrarsi all'interno dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo, il Parlamento tunisino, dove era in corso un'audizione delle forze armate sulla legge anti-terrorismo a cui aveva partecipato il ministro della Giustizia, Mohammed Salah Ben Aissa, ma furono bloccati dalle forze di sicurezza. I terroristi, a quel punto, si spostarono verso il vicino museo del Bardo, dove aprirono il fuoco contro un pullman di escursionisti appena scesi da una nave da crociera, ferendo l'autista tunisino e uccidendo un gran numero di turisti.

Gli attentatori si rinchiusero poi all'interno del museo prendendo in ostaggio molte persone, fino a quando, nel pomeriggio, le teste di cuoio tunisine effettuarono un blitz all'interno del museo. I due terroristi vennero uccisi e gli ostaggi superstiti furono liberati. Successivamente furono tratti in arresto alcuni complici della strage.

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