Maglioncino grigio alla moda. Pantaloni a mostrare la caviglia. Capigliatura curata. Un ragazzo (va chiamato così?) di una prima classe del biennio delle superiori è di fianco alla cattedra del prof. Sta per ricevere un'insufficienza. Non ci sta. E reagisce con una violenza inaudita, senza rispetto del professore e dell'istituzione che egli rappresenta. "Non mi faccia incazzare", urla al docente che decide di non reagire e di rimanere con lo sguardo basso. "Non mi faccia incazzare, mi metta 6".
I suoi compagni, ridendo, riprendono la scena con il cellulare (ma che ci fa uno studente con la videocamera accesa in classe?). Il video (guarda) inizia subito a fare il giro dei contatti WhatsApp e di condivisione in condivisione si propaga - al solito - in poche ore. Poi finisce su Facebook (condiviso anche dall'onorevole leghista Massimo Bitonci) e la vicenda si trasforma in uno scandalo pubblico.
Siamo in un'aula dell'Istituto tecnico commerciale "F. Carrara" di Lucca. Sulla cattedra i fogli del professore, gli occhiali e il registro elettronico. Il docente sembra essere in procinto di certificare il fallimento (scolastico) dell'alunno. O almeno così emerge dal video. E scoppia il putiferio: "Non mi faccia incazzare", urla il ragazzino tentando di strappare dalle mani del prof il tablet. "Lei non ha capito! Chi è che comanda, eh?". Solo di fronte a tanta sfrontatezza l'insegnante si alza in piedi e accenna una reazione. Poi preferisce evitare il peggio. Lo studente insiste: "Si inginocchi". E la cosa assurda è che, a fronte a tanta violenza verbale, non si esima dal dare del "lei" al precettore.
La faccenda ora investirà le alte cariche scolastiche. A partire dal dirigente del "Carrara", Cesare Lazzari, fino ad arrivare al provveditore di Lucca, Donatella Buonriposi. "Ora rischiano tutti - dice alla Stampa Lazzari - È stato un gesto molto grave che merita una punizione esemplare. Ho guardato il video e credo che il gesto di obbligare l’insegnante a cambiare il voto fosse funzionale alla registrazione.
Se avessero registrato per avere una prova e denunciare questa storia, avrei capito. Ma la loro priorità era quella di girare immagini da mostrare, da esibire. Si sono scambiati quel episodio indegno di cellulare in cellulare; io l’ho saputo solo da persone esterne".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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