È uno dei gialli italiani che più hanno colpito l’opinione pubblica. Alle 9 e 12 minuti del 13 agosto 2007 Chiara Poggi muore. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti sarebbe stata presa a martellate (con un oggetto contundente mai ritrovato) in due punti diversi della casa e poi lasciata annegare nel sangue. Secondo tre gradi di giudizio a ucciderla sarebbe stato il fidanzato Alberto Stasi che si sarebbe poi lavato in bagno (anche se sul lavandino si trovavano ancora i capelli di Chiara) e sarebbe tornato a casa propria in bici, accendendo il pc alle 9:35.
Sono passati 23 minuti. Ventitre minuti per uccidere la ragazza, senza un movente. C’è una testimonianza importante, però, mandata in onda da Le Iene pochi giorni fa che rimetterebbe in discussione tutto. Si tratta della voce fuori dal coro di Emanuela Travain. Lei dichiara di aver visto quella mattina alle 9:30 le persiane di casa Poggi tutte completamente chiuse. I carabinieri, però, ritroveranno le persiane della cucina aperte e secondo gli esami della polizia sarebbe stata proprio Chiara ad aprirle. Ma se alle 9:30 erano chiuse e alle 9:35 Alberto Stasi era a casa: chi ha ucciso Chiara Poggi?
“Due nuovi accertamenti tecnici, non difensivi ma oggettivi e terzi, portano a escludere la presenza di Alberto Stasi sul luogo dell’omicidio di Chiara Poggi”. A riferirlo all’Agi è l’avvocato, Laura Panciroli, che ha sostituito gli storici difensori del giovane, il professor Angelo Giarda, il figlio Fabio e Giada Bocellari. Le dichiarazioni del nuovo difensore del giovane, che sta scontando 16 anni di carcere per il delitto avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, arrivano dopo il servizio del programma televisivo Le Iene, andato in onda due giorni fa, nel quale l’ingegner Roberto Porta e il dottor Alberto Miatello hanno svolto degli accertamenti tecnici volti a dimostrare l’incompatibilità della sua presenza a casa di Chiara al momento dell’aggressione.
“In un quadro probatorio già traballante - prosegue Panciroli - questi nuovi elementi, uniti agli altri su cui stavamo già lavorando, danno una decisa spallata alla tesi della responsabilità di Stasi per la tragica morte di Chiara Poggi”. I nuovi accertamenti riguardano, in particolare, alcune simulazioni da cui si evincerebbe che da casa della ragazza occorrono sei-sette minuti in bici per raggiungere l’abitazione di Stasi.
Una tempistica incompatibile con il racconto fatto da una vicina di casa e ritenuto attendibile dalle sentenze. Stasi, assolto in primo e secondo grado, è stato poi condannato a 16 anni dopo che la Cassazione aveva imposto un appello-bis.Leggi di più sul caso Garlasco:
Chi era Chiara Chiara Poggi
Chi è Alberto Stasi
L'intervista di Stasi alle Iene
L'editoriale di Feltri a sette anni dall'omicidio
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