Riceviamo e pubblichiamo
«A confutare le affermazioni contenute nell’articolo «I fan della Nord Corea in Italia? Giovani, comunisti e radical chic» dal quale sembra dedursi che indossare una polo sia “radical chic”, basterebbe la semplice considerazione che ci sono migliaia di giovani di qualsiasi quartiere delle periferie italiane che indossano il medesimo capo di abbigliamento, facilmente reperibile scontato a poche decine di euro in un outlet in tempo di saldi. Forse a parere di chi scrive e della testata che lo pubblica, i comunisti dovrebbero vivere in un mondo parallelo, alieni dalla realtà sociale, che oggi è inevitabilmente legata a rapporti capitalistici in ogni sfera della nostra vita. Oppure rigettare questa realtà, non combattendo contro di essa, ma rifugiandosi in un eremo, vestendo sacchi di juta e zoccoli di legno di propria autoproduzione. Ma questa è la dottrina dei francescani, non dei comunisti e mal si addice a chi ha inviato il primo essere umano nello spazio.
Parlando di una polo si evita di parlare del contenuto del nostro comunicato, che dice cose così ovvie da essere logico anche per un bambino. Noi comunisti siamo per il disarmo nucleare di tutti i paesi, per liberare l’umanità dalla minaccia nucleare. Questo disarmo presuppone condizioni di completa reciprocità. In assenza si dovrà ammettere che se un paese detiene l’arma nucleare non può impedire che un altro paese la abbia a fine di deterrenza.
I paesi che all’ONU chiedono sanzioni alla Corea sono paesi che hanno la bomba nucleare, che hanno effettuato complessivamente oltre 2.000 test nucleari dal 1945 ad oggi. Tra questi ci sono gli Stati Uniti che sono l’unica potenza ad aver utilizzato l’arma nucleare in un conflitto. Perché chi vede nella Corea una minaccia per la pace, acconsente al fatto che migliaia di bombe nucleari siano detenute dagli USA, un paese che, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, è responsabile di decine di guerre, mentre la Corea non ha mai attaccato nessuno?
Nella penisola coreana, nel sud del paese, sono stati gli americani ad introdurre bombe nucleari, ben prima che la Corea del Nord ne disponesse. Aggiungo infine che la Corea del Nord è firmataria della dichiarazione internazionale con cui si impegna a non utilizzare la bomba nucleare per prima, ma usarla solo come risposta ad un attacco nucleare, mentre gli USA non hanno mai firmato questa convenzione. Chi è la minaccia per la pace? Questa è l’ipocrisia che noi denunciamo. La stessa di quanti si ricordano della presenza dei comunisti in Italia solo in questi casi e che sistematicamente ignorano le nostre posizioni in difesa dei diritti dei lavoratori, dell’istruzione e della sanità pubblica con una spietata censura. »
La Corea del Nord sgancia la bomba e il fronte della gioventù comunista rilancia, sganciandone una ancora più grossa: infatti prima esprime solidarietà alla Repubblica Democratica Popolare di Corea e, come se non bastasse, uno dei suoi esponenti indossa una polo della famosa marca di abbigliamento "Fred Perry", un marchio che di certo non si addice a chi fa dell'antimperialismo e dell'anticapitalismo le sue battaglie più importanti.
"La segreteria nazionale del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) esprime la sua solidarietà alla Repubblica Democratica Popolare di Corea, contro l’attacco politico e mediatico scatenato in queste ore. Il FGC ribadisce la propria adesione alla posizione espressa dal movimento comunista e dalle organizzazioni internazionali antimperialiste (Consiglio Mondiale della Pace, Federazione Mondiale della Gioventù Democratica), da sempre favorevoli ad un disarmo nucleare generale, che parta da condizioni di reciprocità", così si legge in un comunicato scritto nella pagina web del gruppo comunista.
A rimarcare la gaffe dell'internazionale della Fred Perry è la pagina Facebook "Tea Party Italia", movimento politico di orientamento liberale che si ispira all'omonimo movimento americano. "Che ne pensate di militanti del Fronte della Gioventù Comunista che manifestano solidarietà alla Corea del Nord con la polo di Fred Perry?", questo il piccato commento sulla scelta di campo e di stile, verrebbe da dire, della gioventù comunista.
I commenti al post condiviso su Facebook si sprecano e tra chi la prende sul serio e chi ironizza, sembra che lo strafalcione non sia stato perdonato dal popolo del web: "Son davvero ridicoli ma almeno ci fanno ridere...
quasi tutti figli di papà ma che sanno provare solo odio ed invidia sociale...", scrive Alessandro Bartolini. "Un po' di gulag gli farebbe bene", replica Stefano Magni. E ancora, "Sono mervagliosi", dice Aldo Godi.
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