Green pass in mensa: multe fino a 1.000 euro

Ristoratori delle mense aziendali preoccupati per la normativa

Green pass in mensa: multe fino a 1.000 euro

È preoccupato Andrea Laguardia, responsabile del settore ristorazione di Legacoop per la decisione del governo di estendere l'obbligo di Green Pass anche alle mense aziendali. Laguardia ha rivelato a Repubblica che sta ricevendo decine di telefonate da parte di aziende clienti che appaltano il servizio mense. Tutte vogliono sapere chi dovrà controllare da oggi, lunedì 9 agosto, gli accessi alla mensa con il Green pass e chi rischia la multa in caso di mancanza di pass. Infatti, le sanzioni "per il consumo al tavolo, al chiuso" per ristoratori e clienti vanno da 400 a 1.000 euro, in mancanza di certificato verde.

Green pass in mensa: non piace a nessuno

Per oggi il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha convocato un tavolo sulla riforma degli ammortizzatori sociali. In teoria si dovrebbe parlare delle linee guida della riforma, ma è più probabile che a monopolizzare l’incontro sia piuttosto un altro. Il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli ha chiesto 8mila assunzioni nelle segreterie per fare i dovuti controlli. Perché le mense non sono solo aziendali ma anche scolastiche. Laguardia ha spiegato di aver chiesto delucidazioni ai ministeri interessati a partire dallo scorso 23 luglio, senza però ottenere alcuna risposta: "Non abbiamo avuto mai risposta e ora rischiamo il caos. Siamo molto preoccupati per quello che succederà nelle imprese e negli uffici. Temiamo che molte aziende, per non avere problemi, chiudano le mense. Mettendo a rischio il futuro di 20mila lavoratori, già provati duramente dal Covid, dallo smart working, dalla Cassa integrazione, da un crollo drammatico del 60% di fatturato". Un altro duro colpo al lavoro delle donne, dato che il settore è soprattutto femminile.

I problemi da affrontare sono di diversa natura, sia logistica, che giuridica e costituzionale. E il tempo stringe. L’idea che il Green pass entri di forza anche in mensa non piace ai sindacati che interpretano la manovra come un modo per introdurre l’obbligo anche per lavorare. Maurizio Del Conte, giuslavorista, docente in Bocconi di Diritto del Lavoro, ha spiegato che la situazione è molto complicata e difficile da gestire e che “se mi imponi il Green Pass per lavorare, di fatto mi obblighi al vaccino. Difficile poi distinguere tra l'obbligo di Pass solo in mensa e l'obbligo per lavorare tout court". Del Conte ha quindi precisato che il datore di lavoro non può conoscere i dati sanitari dei suoi dipendenti perché questo non sarebbe legittimo.

Controlli e sanzioni

"Ma come si fa a separare la conoscenza del gestore della mensa - chiamato a controllare e pagare eventuali sanzioni - da quella dell'imprenditore? Se la mensa è fisicamente separata dagli uffici, forse è possibile considerarla come un ristorante esterno. Ma sappiamo bene che nella maggior parte dei casi non è così. La mensa - seppur data in appalto - è nei locali aziendali in situazione di promiscuità fisica. Il datore può cioè verificare de visu chi entra in mensa perché ha il Pass e chi viene respinto. Una situazione che può generare seri problemi di privacy" ha tenuto a spiegare il docente universitario che avrebbe però una soluzione per risolvere il problema. Secondo Del Conte si dovrebbe introdurre l’obbligo di vaccino per legge, visto che la Corte Costituzionale ha detto che è legittimo farlo data la situazione pandemica in cui ci troviamo. Ma nessuno vuole assumersi la responsabilità di obbligare la popolazione a vaccinarsi, ricorrendo piuttosto a normative complicate e confuse che cozzano l’una con l’altra.

Chi vuole pranzare in mensa deve avere il Green pass, mentre i clienti degli alberghi possono fare lo stesso all’interno del ristorante della struttura senza obbligo di certificazione verde. Personale di entrambi devono averlo, ma gli impiegati no.

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