"Ho servito Borbone e Savoia, ma il vero re è Maradona"

Vincenzo Bianco, sommelier in forza alla delegazione Ais di Napoli dal 2000 ha servito il campione argentino durante la cena al San Carlo di Napoli: " Sono stato felice ed emozionato di potergli servire il vino”

"Ho servito Borbone e Savoia, ma il vero re è Maradona"

“Mi è capitato di servire Carlo di Borbone ed Emanuele Filiberto. Anche Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Romano Prodi. Ma un vero re come ieri sera no”. È ancora emozionato Vincenzo Bianco, sommelier in forza alla delegazione Ais di Napoli dal 2000. Lavora come caposala nella mensa ufficiali dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Non credeva alle proprie orecchie quando Tommaso Luongo, delegato dell’Associazione Italiana Sommelier partenopea, e il responsabile servizi Massimo Florio gli hanno chiesto se poteva prestare servizio presso il foyer del teatro San Carlo, alla cena in onore di Diego Armando Maradona dopo le prove generali di “Tre volte 10”, lo spettacolo di Alessandro Siani che questa sera vedrà il Pibe de oro protagonista assoluto sul palcoscenico del Regio napoletano. Ovviamente Bianco non ci ha pensato su un attimo ad accettare: “Come quasi tutti i napoletani sono un tifoso del Napoli e per me Maradona non si discute. Sono stato felice ed emozionato di potergli servire il vino”. Il “10” più famoso della storia è stato blindato da un imponente servizio di bodyguard per evitare che l’amore viscerale dei napoletani lo soffocasse. “Ho potuto avvicinarlo- dice Bianco- solo per versargli il vino”.

Come è riuscito a farsi scattare la foto con Maradona?

“Una foto rubata mentre stava degustando un calice con il rapper Clementino. Ero lì dietro che avevo appena versato un rosso e sono entrato anch’io nello scatto!”.

Un tocco di destrezza alla Maradona, verrebbe da dire. Che vini ha bevuto Maradona?

“Fiano Pietra Calda e Aglianico dal Re dei Feudi di San Gregorio, nota e storica azienda irpina (l’Irpinia è il forziere enologico della Campania, ndr). Non ha assaggiato invece lo spumante di falangina previsto come entrata”.

In questo campo da gioco l’abbinamento con le pietanze è stato vincente come ai tempi del mitico trio Ma.Gi.Ca, cioè Maradona, Giordano e Careca?

“Non so se era forte come l’attacco di quel mitico Napoli! Però certamente il catering era da scudetto. Pasta e patate, sartù di riso, provolone del monaco e per chiudere il famoso babà Vesuvio. Con le escargot come straniero in campo”.

Piatti e appetizer firmati da un trio d’eccezione della ristorazione e della pasticceria napoletana: Mimì alla Ferrovia, Palazzo Petrucci e Scaturchio. Cosa ha gradito particolarmente Maradona?

“Gli è piaciuto molto l’aglianico. Anche se alla fine ha avuto in omaggio una magnum di Taurasi riserva, altro grande rosso dell’Irpinia”.

Gli invitati non erano straniti a trovarsi il più grande genio del calcio contemporaneo a teatro?

“All’inizio qualcuno, ma sempre con affetto, si è stupito della cornice. Ma poi l’amore per Diego, per il nostro capitano di sempre, vince su tutto”. E stasera, cena post-spettacolo al Vesuvio, di fronte a Castel dell’Ovo, cuore del lungomare napoletano. Scende in campo un altro campione dell’enologia campana, una vera autorità in materia: il professor Luigi Moio, produttore, studioso e presidente della sezione enologia dell’OIV, le “Nazioni Unite del vino”. Nemmeno a dirlo, tifosissimo del Napoli. “Un’emozione enorme, avere i vini di Quintodecimo alla tavola di Diego. Quando mi ha contattato l’organizzazione dell’evento è stata una gioia per tutta la famiglia. Non stiamo più nella pelle”.

Accoppiata vincente in tavola?

“Certamente i piatti dello chef Gennaro Esposito (una delle “grandi firme” della gastronomia stellata della Campania, ndr), due portate di pesce e due di carne, sono prove impegnative”

Quali vini degusterà Maradona questa sera?

“Ovviamente Irpinia. La Falanghina Via del Campo 2015, il Fiano Exultet sempre del 2015 come bianchi. Mentre i rossi saranno un Aglianico Terra d’Eclano 2014 e un Taurasi Vigna Quintodecimo 2012. Tutti figli miei, a quest’ultimo sono molto affezionato”.

Un riconoscimento a un percorso lungo e faticato, no?

“Non solo mio, ma di tutto il movimento del vino dell’Irpinia e di una regione come la Campania che ha scrigni che hanno ancora molto da dire, come il Sannio beneventano”.

Spera in una foto in un autografo?

“Per la foto mi pare impossibile.

Più facile un autografo, magari sull’etichetta di una bottiglia! La conserverei come una reliquia!” Si alza il sipario, stasera lo spettacolo del Pibe de oro in uno stadio inconsueto: il teatro con la migliore acustica d’Europa, quel San Carlo orgoglio di una capitale. E idealmente, assieme al sipario, si leveranno i calici dei napoletani, felici di tornare a sognare a occhi aperti per un paio di giorni.

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