Dentro e fuori. Nel giro di poche ore. I magistrati italiani rendono ai trafficanti di uomini la vita sin troppo facile. Uno scafista, che era stato arrestato nei giorni scorsi dalla squadra mobile di Treviso, è subito tornato in libertà grazie al gip che ha reputato il materiale inviato al tribunale di Treviso dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo "non sufficiente" a giustificare la convalida dell’arresto. E così il 27enne maliano, che resiede nel Trevigiano, riuscirà molto probabilmente a farla franca.
Il caso del maliano non è certo il primo caso in cui uno scafista riesce a tornare libero grazie al buonismo di certi giudici. E sicuramente non sarà l'ultimo. Il 27enne è stato scarcerato nonostante gli investigatori della distrettuale abbiano dimostrato i continui traffici di clandestini tra l'Africa e l'Italia. Secondo gli inquirenti il maliano era, infatti, il tramite tra gli immigrati sbarcati in Italia e i loro parenti disseminati in tutta l'Unione europe. Lo scorso marzo si sarebbe addirittura messo al timone di una carretta del mare salpata dalla Libia e avrebbe raggiunto Lampedusa con 300 immigrati a bordo. "Il magistrato di Treviso ha diritto di ricevere dal collega siciliano tutti gli atti nella loro completezza – ha commentato Luca Zaia - questa vicenda conferma (se ancora ce ne fosse stato bisogno) il fallimento totale del sistema di accoglienza predisposto da questo governo, che riempie alberghi, caserme, appartamenti, di fantasmi senza nome né storia". Il presidente della Regione Veneto si scaglia contro il duo Matteo Renzi e Angelino Alfano che impiegano "anche 18 mesi per identificare gli immigrati, senza riuscire a distinguere chi ha diritto e chi no all'accoglienza".
Il passato stesso dello scafista liberato oggi dà ragione alle accuse del governatore leghista. Il 27enne africano arriva a Treviso nel 2011. Fino alla fine del 2012 è ospite della Caritas. Quindi ottiene un permesso di soggiorno triennale per protezione sussidiaria. Da quel momento la sua vita è un continuo via vai dall'Italia all'Africa. Viene nuovamente registrato nel dormitorio di via Venier a Treviso dove la Caritas gli dà accoglienza per l'ennesima volta.
Il 26 dicembre, quando si presenta in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno che sta per scadere, viene arrestato. Ma, nel giro di pochi giorni, il gip di Treviso lo libera. Ora potrebbe essere ovunque.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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