I selfie e i dolci, poi la piena: lo strazio dei sopravvissuti a Casteldaccia

Foto felici e cioccolatini per i bambini: "Eravamo lì per fare la festa". Il superstite disperato: "Ho gridato aiuto per ore"

I selfie e i dolci, poi la piena: lo strazio dei sopravvissuti a Casteldaccia

La Sicilia il giorno dopo la tempesta, che si è abbattuta in queste ultime 48 ore su Palermo e provincia, si risveglia con un sole beffardo. Dieci morti, nove soltanto a Casteldaccia, un altro a Vicari e un uomo dispeso a Corleone. La furia del fiume Milicia, che mai prima d’ora aveva dato problemi, ha portato con sé morte e distruzione. I detriti e il fango hanno fatto il resto. La potenza dell’acqua è stata incredibile e ha devastato tutto quello che poteva invadere.

Il sindaco di Casteldaccia si è detto sorpreso per la violenza dell’acqua, molti residenti ieri sera avevano intuito che qualcosa potesse provocare danni a mezzi o a cose e c’è chi è scappato rientrando a Palermo.

"Ieri sera ho detto a mio marito che non avevo intenzione di dormire in casa - racconta una residente -. Verso le 2 di notte ci siamo trovati acqua e fango dentro la nostra villetta. Eravamo svegli e abbiamo abbandonato l’abitazione appena l’acqua è arrivata alle caviglie". La testimonianza di quello che è accaduto stanotte arriva direttamente da un altro residente scappato alla furia del torrente.

"Quando ho visto l’acqua entrare in casa, la situazione era ancora sotto controllo - racconta un altro residente -. Il tempo di prendere gli effetti personali più stretti e siamo letteralmente scappati. L’acqua ha raggiunto mezzo metro nel giro di qualche minuto. Ho rischiato la mia vita scappando in auto, a ripensarci è stato un gesto folle ma la paura di restare intrappolati nella nostra abitazione ha avuto la meglio. Con l’auto siamo saliti verso il paese e abbiamo chiamato i soccorsi".

Una donna racconta le ultime ore nella villa sommersa dall'acqua. Dal telefonino mostra le foto felici della serata, i selfie, la tavola imbandita, i cioccolatini per i bambini. "Questo è quello che avevamo fatto per fare la festa" - dice -. Giuseppe Giordano - che da due anni aveva affittato la villetta e che nella tragedia ha perso la moglie e due figli - si dispera, racconta il dramma: "La finestra si è spaccata, poi non ho visto più niente". E lancia l'accusa: "Se loro sapevano che c'erano problemi perché non ci hanno detto di non stare in queste case?".

Stamattina sono state trasferite alla camera mortuaria del policlinico di Palermo le salme delle vittime. Urla strazianti, centinaia di persone presenti e il dolore di chi ha visto perdere i propri cari per una tragedia assurda.

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