Insulti e cinghiate dopo il Gay Pride di Napoli

Due ventenni romani sono stati medicati in ospedale. Il Comune: “Ferma condanna contro l’aggressione”

Insulti e cinghiate dopo il Gay Pride di Napoli

Weekend tinto di arcobaleno per i Gay Pride. Da Nord a Sud, sfilate e cortei di ogni tipo per il mondo LGBT, ma non mancano gli episodi di cronaca o polemiche furiose (basti pensare ai poliziotti discriminati dal mondo omosessuale). Un caso è stato registrato a Napoli, dove due ventenni sono stati aggrediti dopo aver reagito agli insulti omofobi nei loro confronti.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, i due ragazzi romani sono stati assaliti nella notte tra sabato e domenica, mentre si trovavano in via Santa Brigida. Dopo aver preso parte al Pride Napoli, i due ragazzi sono stati avvicinati da due giovani e sono stati insultati. Uno dei ha reagito alle offese e ne è nata una colluttazione: i due aggressori hanno iniziato a percuotere le vittime con spintoni, schiaffi e cinghiate.

Sul posto sono giunti i Carabinieri della compagnia di Napoli: dopo un breve inseguimento, i due aggressori - un 18enne e un 16enne - sono stati bloccati e denunciati dai militari del nucleo Radiomobile e della stazione Borgoloreto. I due ventenni aggrediti sono stati accompagnati all’ospedale San Paolo e medicati per le ferite riportate: per loro una prognosi di 5 giorni.

Tanti i messaggi di solidarietà nei confronti delle due vittime, è arrivata la ferma condanna da parte del Comune di Napoli: “L’episodio non sporca la forza di una manifestazione straordinariamente partecipata dalle associazioni, dagli attivisti e dai singoli cittadini per confermare la natura accogliente di Napoli in cui ci si batte tutti i giorni per l’uguaglianza dei diritti”.

Sul caso è intervenuto anche Fabrizio Marrazzo, portavoce del partito Gay LGBT+ , Solidale, Ambientalista, Liberale.

L’attivista ha invocato una delibera comunale contro l’omolesbobitransfobia: “La delibera avrebbe già imposto ai due ragazzi omofobi una sanzione amministrativa di 500 euro ognuno, considerando l’impossibilità di applicare sanzioni penali in assenza di una legge nazionale che le preveda”.

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