Dopo due mesi di indagini la procura della repubblica di Pavia ha emesso un mandato di cattura internazionale ai danni degli israeliani Shmuel Peleg e Gabriel Abutubul Alon. Il primo, nonno di Eitan Biran, il bimbo unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, ed il secondo, legato ad un'agenzia di contractor statunitense, sono accusati di aver messo in atto un"piano strategico premeditato" con lo scopo di sottrarre il piccolo agli zii paterni e portarlo in Israele.
Il gip di Pavia Pasquale Villani, come riferito da Agi, accusa Shmel Peleg di"mancanza di discernimento e di pietà" nei confronti del nipotino, trattato alla stregua di "un oggetto da trasbordare". A causa del profondo trauma seguito all'incidente, Eitan era invece "una persona in condizioni di indicibile fragilità". Il gip sottolinea anche il fatto che"il contegno di Shmuel Peleg così furentemente ostile" nei riguardi della zia paterna del bimbo Aya Biran, farebbe altresì "temere iniziative di attentato alla stessa incolumità personale della tutrice". La determinazione dell'uomo sarebbe così forte da far propendere verso la probabilità che egli possa, come già fatto in passato, "ricorrere a ogni sorta di illecito anche di natura penale pur di perseguire le mire apertamente dichiarate".
Nel ripercorrere le tappe del rapimento di Eitan, dalle carte del tribunale di Pavia emerge con chiarezza che siano state utilizzate da Shmel Peleg delle "tecniche di intelligence parlallela", anche grazie alla complicità di Gabriel Abutubul Alon, il quale si trovava al volante dell'auto sulla quale il bimbo fu caricato per raggiungere l'aeroporto di Lugano. Il gip parla di intelligence nel momento in cui si riferisce a quanto fatto dal nonno nel momento in cui "riesce a far superare al bambino il controllo al posto di frontiera aerea di Lugano a dispetto del fatto che sul passaporto israeliano del minore pendesse, visibile sugli archivi telematici in uso alle forze di polizia di diversi Paesi, una denuncia di smarrrimento del documento presenatata dalla zia Aya e che dovesse essere stato già inserito - per quanto tale circostanza non venisse attestata dall'autorità di controllo elvetica - il divieto di espatrio se non accompagnato dal tutore, disposto dalla magistratura italiana".
Un piano ben studiato, con cui Shmel Peleg ha strappato il nipotino"alle sue relazioni più care e prossime e rassicuranti", precisa ancora il gip di Pavia Pasquale Villani, sottraendolo all'affetto ed alle cure degli zii paterni e delle loro figlie. Un affetto ritenuto fondamentale per superare il terribile choc.
Eitan, infatti, "tentava di rimettersi in piedi certamente mediante le cure sanitarie e psicologiche ma, soprattutto, attraverso il coraggioso abbarbicarsi a quel che rimaneva del suo mondo: la zia tutrice, i cuginetti ed i piccoli amici di Travacò", si legge ancora nel provvedimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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