Lo schiaffo di Ascanio Celestini alle divise: "Ingombranti..."

I militari in parata nel giorno della festa della Repubblica sarebbero "ingombranti" stando al giudizio di Ascanio Celestini, attore e regista

Lo schiaffo di Ascanio Celestini alle divise: "Ingombranti..."

Continuano le polemiche per la parata militare del 2 giugno, che per il secondo anno non si è svolta a causa delle restrizioni contro il contagio da coronavirus. Anche quest'anno le celebrazioni sono state in misura ridotta, con Sergio Mattarella che si è recato all'Altare della Patria per deporre la corona al Milite ignoto. Con lui le più alte cariche dello Stato ma nessuna sfilata dei corpi militari e di polizia lungo la via dei Fori imperiali, la scenografica strada che unisce il Colosseo al Vittoriano. Una tradizione per il nostro Paese, spezzata dal Covid, che qualcuno non vorrebbe ripristinare. Tra loro anche Ascanio Celestini, attore teatrale, regista cinematografico, scrittore e drammaturgo italiano.

L'attore, raggiunto dall'Adnkronos, ha dichiarato che il 2 giugno dovrebbe essere la festa della Costituzione italiana più che la festa della Repubblica. Stando al suo ragionamento, infatti, la Costituzione è un elemento d'unione per il Paese, cosa che non è la Repubblica, la cui scelta "fu divisiva, il Paese si spaccò in due".Per tale ragione, secondo Ascanio Celestini, la parata militare di via dei Fori imperiali sarebbe "ingombrante" e quasi fuori luogo.

"La scelta della Repubblica ha trovato nella Costituzione, e nella sua attuazione negli anni, un elemento pacificatore. La Carta è, secondo molti, il primo atto inclusivo anche delle forze che alcuni consideravano antidemocratiche", ha affermato l'attore. Per questo motivo Celestini trova "la presenza delle Forze armate in una festa come quella della Repubblica ingombrante quanto meno. A prescindere dalle mie idee personali di antimilitarismo e pacifismo, non vedo il motivo per il quale, nella Festa della Repubblica, debbano avere un ruolo preminente le Forze armate".

Ascanio Celestini non trova "una giustificazione alla loro presenza se non molto aleatoria". Per questo motivo l'attore propone che la parata militare venga spostata nel giorno della Liberazione il 25 aprile, anche se ammette che non la proporrebbe mai. "Il 25 Aprile è la festa nazionale per la liberazione dall'occupazione straniera, supportata da una parte di italiani che aderì a quella forma di fascismo che fu la Repubblica di Salò. Gli antifascisti furono comunisti, socialisti ma c'erano pure i cattolici e i partigiani monarchici.

Comunque, nella guerra di liberazione nazionale, hanno avuto un ruolo importante anche i militari, quelli che non aderirono alla Repubblica di Salò", ha detto l'attore. Dopo la scrittrice che ha paura delle divise, l'attore che le ritiene "ingombranti".

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