L’indice Rt di trasmissibilità sta preoccupando non poco gli esperti. Ha smesso infatti di scendere, come sottolineato da Gianni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, intervenuto al Forum Risk Management di Arezzo. Per Rezza "c'è la tendenza a un'inversione in atto". E per quanto riguarda i prossimi mesi, il direttore ha detto che si dovrà vaccinare almeno il 60-70% delle persone per raggiungere l’immunità di gregge.
L'indice Rt in risalita preoccupa
Preoccupato per il valore dell’indice Rt in risalita, seppur minima, anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, che in conferenza stampa ha espresso il suo timore: “Abbiamo un Rt che cresce a livello nazionale da 0.82 a 0.86. Sappiamo che l'Rt è il primo indicatore a crescere al quale poi fanno seguito l'aumento dei casi, i ricoveri e i decessi. Quindi una crescita, anche minima, desta grave preoccupazione". Nella bozza del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità si legge che nella maggior parte delle Regioni e Province autonome vi è un rischio Moderato o Alto di una epidemia non controllata e non gestibile, e che solo in cinque Regioni il rischio è ritenuto basso. Quindi, a fronte di questi rilevamenti, non si vede ancora la possibilità di allentare i comportamenti finora tenuti e anzi, viene chiesto continuo rigore e rispetto delle misure. Ancora alto il rischio in Liguria, Lazio e Veneto. Quello che preoccupa maggiormente è l’indice di trasmissibilità medio calcolato sugli asintomatici, che nel periodo compreso tra il 25 novembre e l’8 dicembre, è pari a 0,86, ovvero in rialzo rispetto allo 0,82 registrato nel monitoraggio precedente.
Inversione di tendenza
Erano settimane che la velocità di espansione del contagio era in calo e adesso invece vi è una inversione di tendenza, anche se lieve, verso l’alto. Secondo gli esperti questa situazione non permetterebbe un allentamento delle misure delle ultime settimane, ma piuttosto un loro rafforzamento in alcune regioni italiane. In Lazio, Lombardia e Veneto, dove l’Rt è ritornato sopra l’1, si potrebbe tornare a uno scenario tipo 2. Sono invece tredici le Regioni considerate a rischio moderato, e tra queste, le Marche e il Trentino potrebbero peggiorare e raggiungere nel prossimo mese il rischio alto. Con questo quadro epidemiologico non si può neanche pensare di riuscire a ripristinare il tracciamento dei contagi. Anche se nelle ultime due settimane si registra a livello nazionale un calo dell’incidenza, l’indice risulta essere “ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e dei loro contatti. Questo approccio ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni”.
Brusaferro ha anche parlato del periodo natalizio che ci attende, augurandosi che dopo le festività ci troveremo in una situazione che ci consenta di affrontare tutte le attività giornaliere con più sicurezza. Anche se questo non vuol certo dire rilassarsi. Secondo il presidente dell’Iss le festività, se affrontate nel modo giusto, possono essere una opportunità per ridurre l’incidenza ed evitare che l’indice Rt cresca ancora. “L’età media è costante poco sotto i 50 anni.
Le fasce della popolazione più colpite sono tra i tra i 15 e i 70 anni. Oltre il 50% delle persone diagnosticate è asintomatica. L’età mediana dei deceduti supera gli 80 anni. Il profilo è costante, anziani con altre patologie” ha aggiunto Brusaferro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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