L'Italia non sia zerbino d'Europa

Gli spagnoli mobilitano l'esercito rispedendo indietro in 24 ore 5.600 migranti illegali che hanno invaso l'enclave di Ceuta. E il governo di Madrid non è in mano ai nostalgici di Franco, ma ai socialisti

L'Italia non sia zerbino d'Europa

Gli spagnoli mobilitano l'esercito rispedendo indietro in 24 ore 5.600 migranti illegali che hanno invaso l'enclave di Ceuta. E il governo di Madrid non è in mano ai nostalgici di Franco, ma ai socialisti. Noi non possiamo neanche riaccompagnare in Slovenia, da dove sono arrivati lungo la rotta balcanica, 1.330 clandestini in un anno, che subito le Ong alzano gli scudi e trovano un giudice che blocca tutto.

L'Europa si schiera a spada tratta a fianco della Spagna contro «l'invasione» orchestrata dal Marocco, ma fa orecchie da mercante per la ridistribuzione nella Ue dei 13.358 migranti sbarcati dall'inizio dell'anno. Forse riusciremo a ricollocare, in parte, i 600 minori degli ultimi arrivi via mare con qualche Paese volenteroso come l'Irlanda. A dir poco una beffa, che riflette il mondo alla rovescia dei talebani dell'accoglienza e dell'Europa matrigna.

Per non parlare dell'insulto dell'archiviazione definitiva per Carola Rackete, che ha schiacciato una motovedetta della Guardia di finanza pur di sbarcare i migranti. La «colpa» non è tanto della Procura di Agrigento, ma della Cassazione che aveva avallato la scarcerazione della capitana ai tempi dei fatti. La decisione allora, come il non luogo a procedere ieri, è della gip Alessandra Vella, che ha ribadito con malcelato orgoglio come il reato sia «insussistente».

In un Paese dove la capitana Carola diventa un'eroina e schiacciare contro la banchina una motovedetta, che eseguiva gli ordini del Viminale, è «insussistente», vale tutto. Anche l'arrivo a Palermo, su invito del sindaco Leoluca Orlando, di una nave delle Ong del mare con 414 migranti a bordo raccolti davanti alla Libia. Il primo cittadino è testimonial dei talebani dell'accoglienza a favore della raccolta fondi per l'acquisto delle navi e propugna di creare un sistema di soccorso civile basato sulle Ong, al posto di quello degli Stati, per portare ancora più migranti in Italia.

Altra musica a Ceuta, dove sono arrivati 8mila migranti e l'esercito spagnolo li ha rimandati in gran parte indietro. La commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson ha subito dichiarato: «I confini spagnoli sono confini europei. Coloro che non hanno il diritto di soggiorno vengano rimpatriati in modo ordinato ed efficace». Per l'Italia la stessa Johansson aveva denunciato che «in soli due giorni sono arrivate con 24 barche a Lampedusa 2.100 persone» oltre una settimana fa. La differenza è che sono rimasti tutti in Italia e nemmeno uno è stato ridistribuito in Europa, come gli altri sbarcati da gennaio, con la scusa dell'emergenza Covid.

Nell'audizione di ieri il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha sostenuto, con un pizzico di ironia, che non possiamo schierare l'esercito sul fronte del mare. Magari possiamo collaborare assieme alla Ue in maniera più stretta con la vituperata Guardia costiera libica. Il modello, simile a un blocco navale, è quello già adottato in passato con successo in Albania. Una cintura di sicurezza al limite delle acque territoriali di Tripoli con una flotta europea e i libici che si occupano di riportare indietro tutti i gommoni. Il problema del porto di sbarco insicuro e del rispetto dei diritti umani si risolve con un robusto intervento europeo, che si assuma l'onere di gestire i centri di detenzione dei migranti, assieme ai libici, in maniera umana rimpatriando il prima possibile chi non ha diritto all'asilo a casa nostra.

Lamorgese ha anche sottolineato l'impiego di 200 militari al confine con la Slovenia per arginare la rotta balcanica. Se in Friuli-Venezia Giulia l'esercito avesse mano libera sia in termini di uomini sia di utilizzo di droni, radar terrestri e sensori si potrebbe sigillare il fronte terrestre. A patto di rimandare il grosso dei migranti in Slovenia, ultima tappa della rotta balcanica prima del capolinea italiano. Gli spagnoli l'hanno fatto senza indugi a Ceuta riportandoli in Marocco, Paese extraeuropeo. Noi non lo possiamo fare con la Slovenia, che fa parte della Ue.

I numeri completi sciorinati ieri, per la prima volta, da Lamorgese parlano chiaro: nel 2020 sono arrivati 8.133 migranti illegali dalla rotta balcanica. Anche la Germania ha lanciato l'allarme e la stessa Lamorgese ritiene «urgente un confronto sulla rotta balcanica con gli Stati membri» della Ue.

La beffa, sul fronte terrestre, è che lo scorso anno la polizia di frontiera era riuscita a rimandare in Slovenia 1.330 migranti rintracciati a ridosso del confine. Le Ong, che guadagnano con l'accoglienza, hanno scatenato una campagna mediatica e politica per fermare le riammissioni. E ci sono riuscite con una giudice di Roma pro migranti.

La Commissione Ue, che applaude davanti ai mezzi anfibi spagnoli a Ceuta, ha messo la testa sotto la

sabbia sulla rotta balcanica senza alzare un dito in favore dei riaccompagnamenti in Slovenia. L'ennesima conferma di un'Europa pavida e matrigna e dell'attivismo arrogante delle Ong che fa breccia in un mondo alla rovescia.

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