A 30 anni esatti dall'inizio dell'inchiesta di Mani pulite, Piercamillo Davigo è stato rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d'ufficio in merito alla divulgazione dei verbali di Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, sulla presunta loggia Ungheria. Giovedì 17 febbraio, infatti, è ripresa a Brescia, davanti al gup Federica Brugnara, l'udienza preliminare nei confronti dell'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Al mattino i due pm hanno chiesto per Davigo il rinvio a giudizio ma il gup si era riservato di decidere. La decisione è arrivata dopo tre udienze preliminari, un'ora di camera di consiglio ed esattamente 30 anni dopo l'arresto di Mario Chiesa che aprì la stagione di Mani Pulite e del pool di magistrati di cui Davigo era tra i volti più noti. La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 20 aprile davanti alla prima sezione penale.
Pierluigi Davigo è assistito dall'avvocato Francesco Borasi, che in mattinata aveva chiesto il non luogo a procedere al termine del suo intervento in aula, durato oltre un'ora. "Ho semplicemente ribadito le contraddizioni del capo di imputazione", si è limitato a dire il legale al termine della discussione. L'avvocato ha poi sottolineato che la sua richiesta si basa sul fatto che, a suo avviso, "Davigo ha agito secondo la legge".
Il processo si sta tenendo a porte chiuse. In base a quanto era trapelato da alcune indiscrezioni durante la giornata, i due pm presenti in aula avrebbero da un lato riconosciuto a Davigo la buona fede e dall'altro hanno però parlato di dolo generico, in quanto il magistrato non avrebbe dovuto comunque divulgare le informazioni relative ai verbali sulla presunta Loggia. Dal canto suo, l'avvocato Borasi davati al gup aveva invece evidenziato le contraddizioni contenute nel capo di imputazione, ribadendo che l'ex consigliere del Csm ha agito nel rispetto della legge. I pm in corso di udenza avevano insistito per il rinvio a giudizio mentre l'avvocato aveva chiesto il proscioglimento di Pierluigi Davigo. L'avvocato non era presente in aula al momento della lettura della decisione. "Davigo si difenderà fortemente", ha commentato l'avvocato Francesco Borasi
Insieme alla ripresa dell'udienza di Pierluigi Davigo è cominciato il processo con rito abbreviato per il pm milanese Paolo Storari, anche lui accusato dello stesso reato, in quanto nell'aprile 2020 consegnò a Davigo quei verbali di Amara per autotutelarsi da quella che, a suo dire, era l'inerzia dei
vertici della procura milanese. Per lui, i pm Donato Greco e Francesco Milanese hanno chiesto una condanna a sei mesi, il minimo della pena prevista. Il gup Brugnara ha rinviato al prossimo 7 marzo la decisione su Storari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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