Che tempo che fa è uno dei talk tra i quali gli italiani davanti alla tv la domenica sera possono scegliere. È condotto da Fabio Fazio ma dallo scorso mese di marzo è quasi co-condotto da Roberto Burioni, ospite fisso del salotto di Rai3 per raccontare l'evoluzione della pandemia. Domenica scorsa tra gli ospiti c'era anche Domenico Arcuri, il commissario straordinario alle emergenze, impegnato a spiegare perché nel nostro Paese ci siano meno dosi vaccinali di quelle che avremmo dovuto avere e di quelle che erano state indicate nei contratti. Le parole di Domenico Arcuri hanno suscitato una reazione importante in Roberto Burioni, che quando è stato il suo turno non ha potuto fare a meno di sottolineare l'inadeguatezza delle parole utilzzate dal commissario straordinario nello spiegare la situazione.
"Dovremo serenamente condividere che i vaccini che abbiamo a disposizione sono largamente di meno di quelli che ci era stato detto. Noi Paesi fruitori abbiamo una quantità di vaccini largamente inferiore rispetto a quelli scritti nei contratti", ha detto Domenico Arcuri. Un discorso fatalista, quasi autoassolutorio, che sembra voglia scaricare le coscienze di chi avrebbe dovuto fare in modo che ci fossero tutti i vaccini necessari nei tempi adeguati. L'impostazione del discorso di Domenico Arcuri ha fatto irrigidire Roberto Burioni, che non appena ha avuto modo di prendere la parola non ha potuto evitare di sottolineare la contraddizione tra l'utilizzo della parola "serenamente" e l'argomento in questione, sottolineando che "un ritardo nella consegna di vaccini significa morti".
Roberto Burioni ha voluto rimettere il discorso nella sua giusta prospettiva: "Mi ha colpito l’utilizzo di un avverbio, che dobbiamo accettare ‘serenamente’ che ci siano meno vaccini. Posso accettare serenamente la foratura di una gomma. Ma se vado da un paziente in ospedale e gli dico che non ho gli antibiotici per curarlo, lui non lo accetta serenamente". Da uomo di scienza e di concetto, il virologo non ha negato che possano esserci delle difficoltà oggettive per la campagna vaccinale, "ma quando a Kennedy dissero che ci voleva tempo per andare sulla Luna, lui disse ‘allora cominciamo subito’. Noi non possiamo non andare sulla Luna, i vaccini sono indispensabili".
Burioni ha messo le mani avanti, specificando che sia giusto che chi ha lavorato abbia il giusto compenso, però "questo non può venire prima della vita umana. Siamo riusciti a fare qualcosa di incredibile e non riusciamo a produrla?".
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