La Mare Jonio sequestrata, l'Ong: "Si tratta di vendetta"

L'Ong Mediterranea Saving Humans parla adesso di vendetta dopo il sequestro della nave Mare Jonio, notificato all'equipaggio dalla Guardia di Finanza dopo l'ingresso in acque italiane

La Mare Jonio sequestrata, l'Ong: "Si tratta di vendetta"

Non è ancora chiuso il caso relativo alla nave Mare Jonio: l’imbarcazione infatti risulta adesso sequestrata, raggiunta da un mezzo della Guardia di Finanza per la notifica dell’atto non appena il mezzo ha fatto il suo ingresso in acque territoriali italiane.

La querelle, l’ennesima, che riguarda la Mare Jonio inizia nello scorso fine di agosto: la nave dell’Ong “Mediterranea Saving Humans” ha a bordo 98 migranti recuperati a largo della Libia. Per cinque giorni il mezzo rimane al di fuori delle acque italiane, dopo lo stop all’ingresso decretato sia dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sia da quelli di Difesa ed Infrastrutture, rispettivamente Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.

Nel frattempo un primo gruppo di 64 migranti lascia la Mare Jonio per ragioni sanitarie, tra loro anche donne e bambini. Domenica pomeriggio è la volta di altri tre migranti, i restanti 31 alla fine vengono fatti scendere lunedì pomeriggio.

In virtù delle ragioni sanitarie, a seguito dell’ispezione di un team di medici inviati dal ministero della Sanità, ma anche per il progressivo peggioramento delle condizioni del mare, alla fine dunque si decide per il trasbordo di tutti i migranti in una motovedetta della Guardia Costiera per raggiungere Lampedusa.

La Mare Jonio, oramai senza più migranti a bordo, viene quindi fatta entrare in acque italiane. Ed è qui che scatta la nuova fase del braccio di ferro con le autorità italiane. Infatti, poco dopo l’arrivo nelle acque territoriali non lontane da Lampedusa, il mezzo dell’Ong viene raggiunto dalla Guardia di Finanza.

Gli uomini delle Fiamme Gialle notificano il decreto di sequestro della nave, la motivazione riguarda la violazione delle norme contenute nel recente decreto sicurezza bis. In particolare, l’equipaggio della Mare Jonio non avrebbe ottemperato a quanto previsto in uno degli ultimi documenti varati dal governo gialloverde prima della crisi.

La reazione dell’Ong Mediterranea non si fa attendere e viene affidata ai propri canali social: “Abbiamo fatto ingresso in acque territoriali con l'autorizzazione formale della Guardia Costiera – si legge nel Tweet di Mediterranea – Adesso ci contestano la violazione del Decreto Sicurezza Bis. È l'ultima vendetta di chi non tollera che l'umanità prevalga”.

L’Ong non la prende dunque bene: dopo essere rimasta fuori dalle acque territoriali per cinque giorni, senza però far mancare il pressing mediatico e politico per spingere verso lo sbarco, i vertici della Mediterranea sperano di sfuggire al sequestro dell’imbarcazione.

In realtà potrebbe aprirsi ugualmente un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, da qui la notifica del sequestro. Adesso la Mare Jonio rimane a largo di Lampedusa, in attesa di sapere la prossima destinazione e dove verrà ormeggiata in caso di conferma del fermo. Nello scorso mese di giugno, la Mare Jonio per diverse settimane è rimasta ancorata presso il porto di Licata prima del dissequestro.

Intanto raggiungono la Sicilia i migranti a bordo della Mare Jonio fatti sbarcare nei

giorni scorsi a Lampedusa: domenica è la volta di più di sessanta migranti approdati a Porto Empedocle con il traghetto di linea, da lì poi il gruppo è stato portato nei vari centri di accoglienza siciliani.

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