Matteo Bassetti sempre più preoccupato dalla ossessione tutta italiana per l'utilizzo della mascherina, e per l'impiego del dispositivo di protezione individuale ancora presente nelle scuole. Il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che soltanto alcuni giorni fa aveva parlato di"talebanismo italico sulla mascherina", ribadisce ancora una volta la sua attuale posizione, affermando che ricorrere a certi mezzi è ormai "anacronistico e fuori dal tempo".
Nel corso dell'intervista concessa ad AdnKronos, l'infettivologo ha speso qualche parola anche nei confronti di coloro che hanno liberamente scelto di non sottoporsi all'inoculazione del siero anti-Covid. "Dove sono finiti i no-vax? Rispetto ai numeri iniziali si sono progressivamente molto ridotti, un po' per via degli obblighi", ha dichiarato convinto Bassetti, "poi molti si sono resi conto che era meglio vaccinarsi e hanno visto anche i benefici del vaccino contro il ricovero e la malattia grave". Non manca però un gruppo, definito "zoccolo duro" dall'infettivologo, che ha deciso di non vaccinarsi malgrado obblighi e restrizioni, ma secondo Bassetti ormai si tratta di persone che non costituiscono certo dei problemi per la collettività."Ma non devono fare proselitismo contro la quarta dose. Non vogliono vaccinarsi? Va bene, ma non inquinino l'informazione corretta", ha concluso.
Bassetti ha poi ricordato le minacce di morte ricevute e la sua decisione di portare in tribunale alcuni dei suoi persecutori. "Ho ricevuto minacce di morte e con questa parte dei no-vax non ci può essere nessun rapporto", ha affermato. "Sono violenti e ignoranti, quindi con chi mi ha attaccato e insultato non ho nulla a che fare e non ci può essere un sano dialogo". Vale invece la pena di parlare, secondo il medico, con i cosiddetti scettici del vaccino, persone che hanno dei leciti dubbi ma sono aperti al dialogo.
Il problema, adesso, è il continuo ricorso alla mascherina. Il nostro Paese, ha dichiarato con preoccupazione Bassetti, "è l'ultimo e unico Paese in Ue ad avere ancora l'obbligo della mascherina a scuola. È anacronistico e fuori dal tempo". L'obbligo del Dpi aveva senso quando c'era la certezza di ridurre la trasmissione, ha spiegato l'infettivologo, ma al momento la situazione è molto diversa. "Non è possibile stabilire se questi dispositivi di protezione abbiano effettivamente ridotto la trasmissione del virus", ha dichiarato. "Lo dico perché non c'è nessuna evidenzia scientifica che lo abbia stabilito rispetto alla vaccinazione, al lavaggio delle mani o al distanziamento".
Non è vero, ha precisato Bassetti, che è la scienza a spingere per la mascherina a scuola. Non ci sono studi, infatti, che certificano una riduzione della trasmissione grazie al dispositivo di protezione individuale.
"Le Ffp2 usate in maniera molto rigorosa possono ridurre un minino la trasmissione del virus", ha precisato Bassetti, "ma quanti studenti le usano in modo corretto? Le cambiano ogni 6 ore? Pochi. Pr molte attività è davvero fuori dal tempo dire che a scuola servono".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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