Il monsignore pontifica sul voto, ma ha accolto in Chiesa la Boldrini

Michele Pennisi, monsignore e arcivescovo di Monreale, ha fatto una riflessione sul voto di domenica, ma ha accolto la Boldrini in Chiesa

Il monsignore pontifica sul voto, ma ha accolto in Chiesa la Boldrini

Michele Pennisi, monsignore e arcivesco di Monreale, ha scritto una riflessione sull'impegno dei cattolici in politica: "In questi tempi il confronto pare schiacciato su aspetti personalistici e poco sui contenuti. L’avversario politico - ha scritto Pennisi, come riportato dalla Sir - non è il nemico da abbattere a tutti i costi e con qualsiasi mezzo. Una campagna elettorale condotta solo come guerra fra bande, o come demonizzazione dell’avversario senza affrontare un confronto sui contenuti del progetto politico, non porta da nessuna parte". Una vera e propria predica, insomma, incentrata più sull'appuntamento elettorale previsto per domenica 4 marzo che sull'attivismo cattolico. "C’è bisogno - ha detto il presule - di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica".

L'uomo di Chiesa in questione, però, prescindendo dalla mediaticità di alcune sue posizioni e dall'encomiabile impegno dimostrato contro la mafia, è comparso recentemente sui social anche per aver partecipato alla festa di chiusura di Avvenire, svoltasi nella chiesa madre di Terrasini, a Palermo, durante lo scorso settembre. Una foto diventata virale sul web, almeno, ne attesterebbe la presenza. In quell'occasione, tra gli ospiti, c'era Laura Boldrini, seduta proprio al fianco dell'arcivescovo di Monreale. Tra i temi affrontati nel dibattito, ovviamente, lo ius soli. Una fotografia, quella del convegno tenutosi a Terrasini, che è tornata a circolare dopo il giuramento sul Vangelo di Matteo Salvini di sabato e le critiche che hanno interessato quel gesto.

"Le elezioni - ha dichiarato oggi Pennisi - non sono un concorso di bellezza. I cittadini debbono scegliere sui programmi concreti non in base alla faccia più o meno simpatica dei candidati nei mega manifesti elettorali o agli slogan pubblicitari. Su questi temi i candidati dovrebbero confrontarsi realmente. E sulla base delle loro risposte i cittadini elettori dovrebbero maturare le proprie scelte". La pubblicità, insomma, andrebbe evitata come la peste. Magari come quella concessa in qualche modo ad alcuni esponenti politici invitati a parlare in Chiesa di recente: Laura Boldrini, Emma Bonino e Matteo Renzi su tutti.

Il monsignore, del resto, si era già distinto per alcune posizione "boldriniane": "L’immigrato - aveva dichiarato in un'intervista a La Stampa - è un essere umano da accogliere e contribuisce ad arricchirci economicamente, culturalmente e religiosamente...non è un fenomeno straordinario e temporaneo, dobbiamo farci i conti ogni giorno". Accoglienza sempre, quindi.

Da quanto si apprende qui, tra l'altro, la presidente della Camera, prendendo parte alla citata festa di Avvenire, aveva parlato del suo libro: "Ho voluto scrivere questo libro per dedicarlo ai nostri figli perché possano vivere in un'Europa libera, capace di creare benessere e che continui a essere unita", aveva sottolineato la Boldrini. Un caso di pubblicità, forse, che sembrerebbe essere sfuggito al monsignore.

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