"La protesi, detto tra noi, fa c...". Questa è la frase più volte intercettata tra i medici di base che, in cambio di soldi, reclutavano nei loro ambulatori pazienti da far visitare ai chirurghi amici dei venditori di protesi. C'è anche questo risvolto nell'indagine della Procura di Monza che ha portato all'arresto di 12 medici accusati di corruzione e associazione a delinquere. In una nota firmata dal procuratore Luisa Zanetti, si legge che "per aumentare il numero di soggetti a cui impiantare le protesi sono stati coinvolti medici di base compiacenti i quali, dietro un corrispettivo illecito, hanno messo a disposizione dei chirurghi ortopedici individuati dai venditori di protesi il proprio ambulatorio, nonchè reclutato fra i propri assistiti pazienti da sottoporre a visita specialistica da parte di questi chirurghi ortopedici che li hanno visitati".
Il meccanismo
La società fornitrice di protesi, la Camnasio, avrebbe quindi in un primo momento corrotto i medici attraverso denaro, regali, viaggi gratuti, vacanze e cene. I medici, in cambio, avrebbero poi favorito l'acquisto da parte di alcuni ospedali - tra cui il Policlinico di Monza - di protesi di bassa qualità.
I medici coinvolti nell'inchiesta della Procura di Monza avrebbero scelto, nella discrezionalità che la legge concede, le protesi o le medicine proposte dai venditori amici "esclusivamente sulla base dell'accordo corruttivo" con loro, "non tenendo in considerazione la salute dei pazienti".
Due medici in particolare sarebbero indagati per lesioni volontarie in quanto, al fine di
poter lucrare l'illecito compenso concordato con Camnasio, avrebbero in qualche occasione provveduto a interventi chirurgici con l'installazione di protesi a pazienti che, in realtà, non necessitavano un simile trattamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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